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Dividendo più vicino per Banco Bpm: utile sopra le stime a 593mln

Giuseppe Castagna, CEO Banco BPM

Di Paolo Algisi – L’utile di Banco Bpm corre a quota 593 milioni nel semestre, in crescita del 68% rispetto allo stesso periodo del 2018, grazie alla spinta di 336,6 milioni plusvalenze generate dalla riorganizzazione del comparto del credito al consumo e alla vendita del 70% di CF Liberty Servicing al Credito Fondiario. Il secondo trimestre si è così chiuso con profitti più che triplicati a quota 443 milioni, sopra il consensus di 415 milioni degli analisti. Anche l’utile ‘adjusted’, cioè ripulito dalle componenti non ricorrenti, ha segnato un deciso progresso, salendo nel semestre del 45% a 291 milioni.

Meno brillante, invece, l’andamento dei ricavi, in calo del 14,9% a 2,08 miliardi, a causa sia del calo del margine di interesse (-13,6%) che delle commissioni (-5%). I ricavi ‘core’ hanno però mostrato segnali di ripresa trimestre su trimestre, con un aumento dell’1,9% del margine di interesse e del 4,4% delle commissioni. “Finalmente possiamo dedicare la nostra attenzione e il nostro focus sull’azione commerciale”, ha detto l’ad Giuseppe Castagna ricordando l’importante lavoro di derisking realizzato in questi anni. “Oggi – ha aggiunto – abbiamo una banca più sicura in termini di bilancio, rischi e capacità di fare profitti in futuro essendoci lasciato alle spalle i problemi che avevamo”.

Il miglioramento dell’asset quality (l’npe ratio netto è sceso al 5,9%), assieme a una “solida posizione di capitale”, con un Cet1 del 12%, ha permesso a Banco Bpm di offrire una previsione dell’utile per azione ricorrente che realizzerà nel 2019 e che sarà superiore a 30 centesimi per azione (pari ad almeno 450 milioni di euro). Quest’anno “potremo ricominciare a pensare alla distribuzione dei dividendi”, ha detto Castagna, che valuterà anche altre forme di remunerazione per gli azionisti, come il buy back. Non avendo “più problemi di capitale né rilevanti problemi di crediti deteriorati” la “redditività” sarà anche “il nome del gioco per il nuovo piano”, che verrà presentato “entro l’anno”. La forte riduzione degli npl, che ha permesso nel primo semestre dell’anno di ridurre il costo del rischio a 65 punti base, un terzo dei 184 punti base del 2018, consentirà alla banca anche di non dover più procedere a maxi-cessioni di crediti deteriorati. “Non vogliamo continuare a perdere soldi solo per dover vendere in fretta” ha detto Castagna, secondo cui la banca potrà puntare a migliorare il suo npe ratio riducendo i crediti deteriorati “organicamente”.

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