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Il futuro dell’agricoltura: niente sole, niente terra e tanti dati

agricoltura verticale big data

Fortune.com – Gli esseri umani hanno coltivato i campi per migliaia di anni, ma hanno realmente idea di cosa stanno facendo? Forse no, secondo David Rosenberg, co-fondatore e CEO di AeroFarms, la start-up di agricoltura verticale con sede negli Stati Uniti. Rosenberg ha parlato al Fortune Global Sustainability Forum di Yunnan, in Cina, giovedì mattina.

“Ho imparato quanto ignoranti siamo su come far crescere le piante. L’agricoltura è stata sottovalutata per secoli”.

Rosenberg è giunto a questa conclusione sulla base dell’esperienza, e coltivandoo in un modo particolarmente non convenzionale. La sua azienda, che ora provvede a 750 colture diverse, le coltiva senza sole, terra o pesticidi in magazzini densi di sensori (le colture sono accatastate a strati). Queste condizioni controllate consentono ad AeroFarms di sperimentare una serie di fattori (micronutrienti, temperatura, flusso d’aria, luce applicata) sui quali gli agricoltori hanno poco o nessun controllo nei loro campi.

Rosenberg ha detto che gli agricoltori di solito applicano fertilizzanti una volta, annaffiano il raccolto e sperano che cresca. AeroFarms, invece, applica fertilizzanti più volte, adattandosi lungo il percorso per ottimizzare la crescita delle piante. “Adattiamo i fertilizzanti, teniamo traccia di magnesio, ferro, zinco e tutti i minerali e gli elementi necessari”, ha spiegato Rosenberg.

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Lo stand sulla Vertical Farming di Grocube all’International Consumer Electronics Show Asia (CES Asia 2019) a Shanghai, China, 11 June 2019. (Imaginechina via AP Images)

 

Entro la fine dell’anno, ha aggiunto, AeroFoods effettuerà adeguamenti dei fertilizzanti ogni 15 minuti. AeroFoods gioca anche con altre caratteristiche dell’agricoltura verticale. “Una pianta non ha necessariamente bisogno di 10 ore di oscurità”, ha detto Rosenberg. “Forse ci vogliono 10 minuti. Quando si può davvero giocare con quei fattori ambientali e tutti questi strumenti, utilizzando i big data in una fattoria delle dimensioni di un edificio, diventa davvero incredibile il modo in cui le piante reagiscono in modi diversi”.

Potrebbe essere una rivoluzione per il cibo come lo conosciamo, ha spiegato Rosenberg. “Esistono modi per influenzare il gusto, la densità nutrizionale, la ‘shelf life’, il colore e tutti questi fattori. In genere gli agricoltori sperano solo in un buon raccolto, ma c’è molto altro da inseguire. Non solo la diversità, ma la qualità”.

La sperimentazione di AeroFarms, che elabora informazioni da migliaia di sensori, ha anche prodotto molti dati. Troppi, ha detto Rosenberg. “Ci sono buoni aspetti dei dati in quanto ci rendono migliori agricoltori, ma ci siamo resi conto che i dati di tracciamento per il bene della pura catalogazione dei dati sono semplicemente troppo costosi. Abbiamo iniziato a cambiare il metodo da ‘big data’ a ‘smart data’ per capire cosa è veramente significativo”.

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