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Conte e le imprese: prima lavoratori ma impegni sul fisco

Prima i lavoratori, almeno per il taglio del cuneo fiscale. Ma poi arriverà anche il turno delle imprese, con una riduzione del carico fiscale e uno stimolo per l’economia circolare e lo sviluppo sostenibile. Il premier Giuseppe Conte dedica alle imprese alcuni passaggi della sua replica al Senato, prima del voto di fiducia. Prevale il realismo, soprattutto nella premessa che riguarda la scarsa disponibilità di risorse. “Quando ragioniamo di un taglio del cuneo fiscale a totale vantaggio dei lavoratori è perché non vogliamo prendere in giro gli italiani e siamo consapevoli che le risorse in manovra, puntando noi a bloccare l’aumento dell’Iva, scarseggeranno, ma in prospettiva ci auguriamo di avere maggiori risorse anche a favore delle imprese”, spiega.

In un’ottica di più lungo respiro, parlando di una riforma fiscale più organica, il discorso cambia. “La riforma fiscale la vogliamo impostare con riguardo a un incentivo per le imprese, non vogliamo che siano dissuase alla crescita sulla base di una tassazione più penalizzante. Vogliamo semplificare e rendere il fisco amico. Vogliamo alleggerire nel complesso la pressione fiscale”.

Non solo fisco. Le imprese tornano anche nelle proiezioni programmatiche più generali. “Chiederemo anche alle imprese e al mondo produttivo di seguirci, senza imporre un clima di dirigismo economico, a dare segnali perché anche le imprese ci aiutino a disegnare la società che vogliamo”, dice Conte, ricordando: “vogliamo avviare il Paese verso l’economia circolare” e “ci impegneremo a inserire in Costituzione il principio della tutela dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile”.

Proprio guardando all’azione del governo, il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, sintetizza le aspettative del mondo produttivo. “Occorre fare politiche che incrementino l’occupazione a partire dai giovani del nostro paese e quindi del Mezzogiorno e serve una dotazione infrastrutturale che significa aprire cantieri. Questo vale per il Sud, per il Centro e per il nord del paese. È necessaria un’attenzione complessiva”, suggerisce. Il Sud, spiega il numero uno di Viale dell’Astronomia, “è parte della questione nazionale industriale. C’è stata troppa distrazione su due termini essenziali, la questione industriale e il lavoro. Servono politiche per aumentare l’occupazione a partire dal Mezzogiorno, che per noi è parte di una questione nazionale che si chiama questione industriale. C’è stata troppa distrazione sulla questione industriale e sull’occupazione”. Boccia, quindi, insiste: “sono due le grandi questioni che abbiamo di fronte: ridurre i divari tra persone, tra territori e tra imprese e riattivare l’ascensore sociale. Per riattivare l’ascensore sociale dobbiamo investire sulla formazione dentro e fuori le fabbriche, dalle scuole, all’università e riattivare l’alternanza scuola-lavoro. E dall’altra parte dobbiamo usare la crescita come precondizione per ridurre i divari”.

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