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Caduta e ascesa della realtà virtuale

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La realtà virtuale è stata la ‘prossima grande novità’ per cinque anni ormai. Ma visori rudimentali, la penuria di contenuti e la mancanza di interesse da parte dei consumatori hanno condotto la VR a uno stallo. Può ora questa tecnologia sin troppo pubblicizzata diventare finalmente realtà?

Paul Mccartney ha dato il suo modesto contributo al futuro della realtà virtuale con un piccolo aiuto da parte di un meccanico di biciclette. L’improbabile unione del cantante dei Beatles, dell’impiegato di un negozio di bici di Palo Alto e di una promettente tanto quanto oramai sorpassata tecnologia è tutta merito di Scott Broock, una volta dirigente di una giovane azienda video, la Jaunt VR.Nel 2014, Brook offre al meccanico 50 dollari per girare in uno skate park in sella alla sua bici BMX mentre viene filmato con una speciale videocamera in grado di registrare a 360 gradi.

Broock sperava che lo sferragliare della catena della bicicletta intorno alla pista fosse l’ideale per il cosiddetto audio ambisonic, un effetto surround che circonda completamente l’ascoltatore.Alcuni mesi dopo, Broock riesce a mostrare una registrazione a McCartney, che rimane così impressionato da invitare Jaunt a filmare il suo concerto la sera successivanello storico Candlestick Park di San Francisco, lo stesso luogo in cui i Fab Four si erano esibiti per l’ultima volta 48 anni prima. La startup si mobilita subito e registra uno dei primi video di quel genere, un coinvolgente film del concerto allo stadio, che avrebbe dato a chi lo guardava la sensazione di trovarsi in mezzo alla folla pulsante. Broock ha lasciato Jaunt nel 2016 e successivamente ha lavorato per un intero anno come ‘global VR evangelist’ per YouTube. Ma pensa ancora che il video del concerto sia stato un risultato rivoluzionario. “C’è un momento della registrazione in cui Paul McCartney suona di fronte al pubblico, catturato in un modo che, forse tra 100 anni, sembrerà un film in bianco e nero”. Primitivo, ma pionieristico. “È qualcosa di potente”.

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Visori per la realtà virtuale

Il confronto con i film in bianco e nero è un paragone standard per i fan della realtà virtuale. Proprio come i primi film mostravano agli spettatori posti in cui non sarebbero mai andati, la realtà virtuale li trasporta direttamente nei luoghi filmati. Una visione che ha portato Facebook nel 2014 a pagare 3 mld di dollari per il produttore di visori Oculus VR, e ogni anno, da allora, gli esperti hanno continuato a prevedere che la realtà virtuale sarebbe stata la prossima grande novità. I player della tecnologia consumer, inclusi Google, HTC, Samsung, e Sony si sono uniti a Facebook nella corsa per offrire visori pronti alla prova del mercato. I venture capitalist hanno investito miliardi nello sviluppo di contenuti e nelle applicazioni hardware. Time magazine ha messo l’allora 22enne fondatore di Oculus, Palmer Luckey, sulla sua copertina annunciando che la tecnologia era “in procinto di cambiare il mondo”. Famose poi le parole del 2017 di Mark Zuckerberg, che ha detto che voleva vedere un miliardo di persone utilizzare i visori Oculus. Ma è stato evidente come abbia evitato di precisare quando.Tale omissione è del tutto comprensibile. Perché nonostante tutte le promesse, la realtà virtuale rimane, in effetti, virtuale, assente dalla vita quotidiana degli americani.

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