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Il Fintech e le regole, il tempo stringe

C’è un fattore chiave in ogni rivoluzione, il fattore tempo. Quando si impone il cambiamento, segnando una cesura tra un prima e un dopo, chi deve governarlo ha una finestra utile per intervenire. Chiusa quella, non può che subire le conseguenze che la rivoluzione porta con sé. E’ una legge che vale quasi sempre e che vale a maggior ragione per la trasformazione che sta portando il Fintech nel sistema bancario e in quello finanziario. Un tema che le due Autorità di regolazione e vigilanza, Bankitalia e Consob, stanno affrontando con gli strumenti che hanno a disposizione. Ma con la determinazione a stimolare una reazione di sistema adeguata. Il confronto organizzato da Fortune Italia sul tema ha messo in evidenza, tra gli altri aspetti, l’urgenza di fronte a nuovi player e nuove sfide, su tutte quella proposta da Facebook con Libra, di costruire un sistema di regole coerente per tenere in equilibrio le esigenze di vigilanza e lo sviluppo tecnologico.

Una premessa importante l’ha fatta Pietro Sella, Ad del gruppo Sella, da sempre in prima linea sul fronte dell’innovazione: nel settore finanziario, “le regole hanno irrigidito molto” lo scenario “ma non devono essere un alibi” per non innovare: anzi, “una regolamentazione ben fatta può comunque portare vantaggi per gli operatori. Per questo innovatori e regolatori devono lavorare insieme”. Detto da un banchiere, e da un banchiere con la storia di Sella, il concetto assume un peso significativo.

A questa sollecitazione hanno risposto, senza alcuna reticenza, sia la vicedirettrice di Bankitalia, Alessandra Perrazzelli, sia il commissario Consob Paolo Ciocca. Anche accettando di scendere su un terreno ancora piuttosto accidentato.

Libra, la criptovaluta globale di Facebook, promette cambiamenti “da far tremare i polsi”. La premessa che mette in primo piano Perrazzelli sintetizza la portata di un passaggio che chiama in causa non solo la capacità di scrivere regole, a livello di G7 e di Sistema europeo delle banche centrali, ma anche e soprattutto le scelte che si vogliono fare rispetto al mondo che si sta delineando. Nel suo recente confronto con le autorità di vigilanza, racconta il vicedirettore generale di Bankitalia, Facebook pensava di trovare interlocutori “con l’anello al naso”. Parole che servono a evidenziare la volontà di vederci chiaro. Sul tavolo, c’è la definizione stessa di cosa si deve andare a vigilare.

Con una serie di domande a cui vanno date, rapidamente, risposte. Siamo di fronte a una nuova moneta? Come si gestisce la polarizzazione che porta rispetto alle condizioni di partenza di 2,5 mld di clienti potenziali? Da parte delle Autorità di Vigilanza, spiega Perrazzelli, serve “un atteggiamento di grande prudenza, perché le ricadute sono geopolitiche”. E hanno implicazioni sensibili. “Se oggi abbiamo una qualche possibilità di intercettare il riciclaggio”, ha spiegato Perrazzelli, con una criptovaluta come Libra che utilizza la piattaforma di clienti di Facebook, “questa possibilità di controllo si perde totalmente”. Una fattispecie concreta che apre un ragionamento più strutturale. “C’è una scelta molto chiara da compiere”, specialmente da parte dell’Europa: è quella “fra l’opzione di bloccare il progetto, quella di facilitarlo ma controllandolo, oppure quella di aprire le porte”.

Il tema è piuttosto caldo anche in casa Consob. Perché la rivoluzione del Fintech è appena iniziata. Dalla convergenza fra finanza e utilizzo dei dati, che sta attraversando il mondo bancario e ponendo grosse sfide, “molto deve ancora arrivare”, avverte il commissario Ciocca. “La rivoluzione vera è legata all’Internet delle cose con il 5G, ed è un’altra scala di connessione e dati”, osserva, sintetizzando: “Vuol dire che avremo tutto un altro mondo di transazioni finanziarie”. Nuovi problemi da affrontare, nuova regolamentazione, una vigilanza chiamata a nuove sfide. E il tempo per le risposte si riduce sempre di più.

 

 

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