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Ecomondo, ecco gli obiettivi fondamentali del Green New Deal

In collaborazione con Adnkronos – Arranca la Green economy italiana: le emissioni sono tornate a crescere, l’eco-innovazione non decolla e rallenta anche la circular economy. Da questi presupposti, e da cosa si può fare per dare una svolta alla situazione, sono partiti i lavori degli Stati Generali della Green Economy, il summit che si svolge a Rimini in occasione di Ecomondo, l’evento leader europeo sull’economia verde, al quale quest’anno partecipano 1300 imprese da 30 diversi Paesi.

 

“Ecomondo è il luogo del dialogo e del confronto e come ministro dell’Ambiente sono qui per dialogare in termini sostanziali e non solo formali, girando per gli stand, confrontandomi con le aziende, per realizzare insieme una visione in cui economia e ambiente crescano all’unisono”, ha detto Sergio Costa dando il via all’evento.

Grande protagonista degli Stati generali, naturalmente, è il Green new deal, che secondo le stime diffuse durante l’evento potrebbe portare in pochi anni in Italia circa 200 miliardi di nuovi investimenti e oltre 800mila posti di lavoro, contemporaneamente affrontando la crisi climatica e raggiungendo gli obiettivi dell’Accordo di Parigi, con la riduzione delle emissioni di gas serra a circa 260 milioni di tonnellate entro il 2030.

“Il Green New Deal è una svolta storica – ha sottolineato Edo Ronchi dando il via per il Consiglio nazionale della Green economy agli Stati generali – che richiede la definizione di obiettivi strategici, un dibattito partecipato e un programma decennale al 2030 necessario sia per affrontare la crisi climatica sia per rilanciare la green economy e farla diventare la forza trainante del rilancio dell’Italia. La Legge di Bilancio 2020 contiene novità positive per il Green New Deal come i fondi per la decarbonizzazione dell’economia, l’economia circolare, l’adattamento e la mitigazione climatica e le prime disposizioni di revisione dei sussidi dannosi per l’ambiente, ma per realizzarlo non basta certo una sola legge di bilancio, ma una strategia a lungo termine”.

Gli otto obiettivi presentati infatti fanno parte di un piano decennale: si parte dall’aumento, ambizioso, della riduzione dei gas serra del Piano Energia e Clima dal 37% al 50%. E poi ancora: la transizione ad un’energia efficiente e rinnovabile, rendendo più incisiva la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio, raddoppiando il contributo delle pompe di calore, aumentando geotermia, solare termico, biomasse e arrivare per le rinnovabili elettriche al 65% nel 2030; prevista anche la transizione efficiente a un’economia circolare con un recepimento rapido ed efficace delle Direttive europee, dando seguito allo sblocco dell’end of waste, incentivando il riciclo e il mercato dei prodotti.

E ancora: rigenerazione urbana secondo il modello delle green city attraverso un programma pluriennale; tutela del capitale naturale e lo sviluppo dell’agricoltura di qualità utilizzando la nuova Pac; decarbonizzazione dei trasporti riducendo le auto in città con investimenti nel servizio pubblico, costruendo 15.000 nuovi chilometri di corsie preferenziali e piste ciclabili e incrementando la sharing mobility; maggiore impegno per la formazione, la ricerca, l’innovazione e la digitalizzazione orientate alla green economy aumentando gradualmente le risorse destinate a eco-ricerca e sviluppo da 8,7 euro per abitante ai 25 della Germania; riforma fiscale spostando il prelievo dal lavoro ai gas serra e introducendo quindi, contemporaneamente, una carbon tax i cui proventi servano per investimenti green e un forte taglio del cuneo fiscale.

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