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New space economy, quando lo spazio crea opportunità

La situazione, rispetto al secolo scorso, è cambiata: non ci sono più due sole superpotenze, Usa e Unione sovietica, ad avere un ruolo nell’esplorazione dello spazio. L’ultima delle frontiere ora è aperta a molti più Paesi, all’industria, alle università.”E, cosa più importante, vediamo che si comincia a fare del vero e proprio business nello spazio”, dice il Direttore generale dell’Esa Johann-Dietrich Wörner, uno degli speaker protagonisti del New Space Economy Expoforum 2019, organizzato presso la Fiera di Roma dalla stessa Fiera e dalla Fondazione Amaldi, con il supporto di Asi e Space Foundation.

Le parole di Worner offrono una contestualizzazione generale a un settore che la fiera, in tre giorni, cerca di esplorare nel dettaglio. New mobility e data analytics; future markets e New space economy; new finances e new services sono infatti i macro temi che vengono affrontati dalle sessioni di approfondimento della fiera, alle quali prendono parte esperti del settore provenienti da tutto il mondo.

 

 

Oltre a Worner – che propone di rinnovare l’Esa, rendendola una sorta di “New space agency” attraverso commercializzazione, efficientamento dei costi e innovazione – tra i principali speaker della prima giornata dell’Expoforum c’è Giorgio Saccoccia, presidente dell’Agenzia spaziale italiana, che con le sue partecipazioni nelle principali aziende ‘new space’ è sicuramente uno degli attori chiave del settore. “Stiamo investendo molto sul ruolo italiano, in Europa e nel mondo, nel settore spaziale. È il momento perfetto per cominciare a parlare di creazione di valore e supporto all’economia tramite lo spazio, che genera opportunità di crescita e d’impresa. Quindi questo evento serve a cominciare a ragionare in maniera più strutturata, riunendo per tre giorni tutti gli operatori e gli attori interessati”, ha dichiarato Saccoccia.

Il sottosegretario agli Affari Esteri, Manlio Di Stefano (d) e il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, Riccardo Fraccaro in visita agli stand di NSE, New Space Economy, presso la Nuova Fiera di Roma, 10 dicembre 2019. ANSA/CLAUDIO PERI

 

La new space economy è un “settore altamente strategico” e che “sta avendo un impatto importante sulla qualità della vita, con molte applicazioni”: ha detto il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega per lo spazio, Riccardo Fraccaro, reduce dalla Ministeriale dell’Esa a Siviglia, in cui l’Italia ha aumentato il proprio budget per l’Agenzia diventandone il terzo contributore. “Lo spazio è un settore importante dal punto di vista geopolitico, è uno strumento di politica internazionale” e uno “settore senza frontiere, nel quale non ci sono regole” e nel quale le regole “vanno create”, ha detto Fraccaro aprendo i lavori insieme al sottosegretario allo Sviluppo economico Gian Paolo Manzella, a Niccolò Invidia dell’Intergruppo parlamentare sullo spazio, al presidente del comitato scientifico dell’Nse Expoforum Roberto Battiston e al presidente del comitato organizzatore Pietro Piccinetti, amministratore unico della Fiera di Roma. Per Fraccaro lo spazio è anche un ambito nel quale stanno nascendo nuove imprese e nuove idee ed è “compito delle istituzioni garantire che questa nuova economia abbia un contesto in cui svilupparsi”. Per questo, secondo Fraccaro, “lo spazio è per l’Italia il settore in cui più di ogni altro dobbiamo riuscire a fare sistema” e mettere insieme le industrie attive nel settore.

 

 

Anche per il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano, “l’Italia è uno Space Rider”, grazie agli investimenti “senza precedenti” nel settore “che hanno portato il nostro Paese” ad essere il terzo contributore dell’Agenzia Spaziale Europea, hanno confermato anche nell’ultima Conferenza Ministeriale dell’Esa un ruolo importante nel settore dell’osservazione della Terra, nei lanciatori con Vega, nell’esplorazione con ExoMars e nella futura navetta europea Space Rider. L’Italia “è un grande Paese dello spazio come forza imprenditoriale”, con uno sviluppo che sta toccando numerose imprese, dalle start up ai grandi attori. A una strategia per la space economy sta lavorando anche il Comitato intergovernativo per lo spazio, ha detto Invidia, e l’obiettivo è “rendere il Paese il punto di riferimento” in questo settore. “Lo spazio non è solo scienza e ricerca, ma è anche generatore di valore” per le aziende impegnate nel settore spaziale in Italia. Si tratta, ha aggiunto, di “sostenere e collaborare con grandi realtà industriali esistenti ma aiutare le tante start up che sono nate e che possono nascere grazie all’uso dei dati e servizi satellitari”. “Lo spazio è apertura di nuove frontiere, coraggio, esplorazione, ma sta diventando sempre più economia”, ha rilevato Battiston. “A che cosa servirà la space economy? Non possiamo prevederlo, ma lo stiamo costruendo”.

 

“Investire sullo spazio – commenta Battiston – significa investire sul futuro, anche in termini di miglioramenti concreti della vita sulla terra, dal settore della medicina a quello dell’agricoltura, passando per la mobilità e la sicurezza. La quasi totalità dei settori economici si interseca più o meno direttamente con lo spazio e la sua economia e l’Italia ha una filiera completa nel settore spaziale è è uno dei pochi Paesi capaci di fornire tecnologie e programmi in tutti i comparti (Scienza, Esplorazione e osservazione dell’Universo, Osservazione della Terra, Lanciatori, SSA (sicurezza), Telecomunicazioni, Navigazione e nuove tecnologie). Gli investimenti nel settore spaziali fatti negli ultimi 5 anni, culminati con le importanti decisioni appena prese alla Ministeriale Esa del 2019, danno all’Italia una straordinaria occasione di cogliere i benefici della New Space Economy”. Dello stesso avviso l’Amministratore unico di Fiera Roma: “L’Italia – dichiara Piccinetti – punta con forza sullo spazio come volano per lo sviluppo, l’innovazione e la competitività del Sistema-Paese. Come Fiera Roma siamo orgogliosi di contribuire, con questo evento che abbiamo come di consueto organizzato con una parte espositiva e una di simposio dai forti contenuti scientifici, a promuovere un ragionamento che coinvolga le Piccole e medie imprese, le istituzioni e il mondo accademico e della ricerca, sulle grandi sfide strategiche che attendono il nostro Paese e l’Europa su un terreno cruciale come quello dello spazio”.

 

In futuro “milioni di città sulla Terra potranno beneficiare delle tecnologie che usiamo ogni giorno qui”, ha detto nel suo collegamento dalla Stazione Spaziale Internazionale Luca Parmitano, riferendosi alle tecnologie allo studio sulla stazione orbitale per ridurre l’inquinamento e risparmiare energia. Per l’astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) la space economy passa anche per la Stazione Spaziale, che adesso sta dando i suoi risultati: “erano inimmaginabili soltanto dieci anni fa” e ora è “un esempio autentico di una grande collaborazione internazionale. Sono sorpreso – ha aggiunto – dai risultati incredibili che possiamo raggiungere oggi, grazie alle incredibili conoscenze accumulate nei 21 anni di presenza dell’uomo a bordo della Stazione Spaziale, e siamo soltanto all’inizio del nostro viaggio nello spazio”. “L’obiettivo è fare della Terra un posto piacevole in cui vivere”. Per questo è importante creare contatti e nuovi network, nuove opportunità a livello nazionale e internazionale e nuove opportunità economiche.

 

Il collegamento di Parmitano con la platea di Fiera di Roma

 

 

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