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Borsa, un anno da record: 35 Ipo nel 2019

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Di Paolo Verdura – Quotazioni record in Piazza Affari nell’anno che ormai volge al termine. Con 41 ammissioni e 35 ingressi il 2019, commenta l’amministratore delegato di Borsa Italiana Raffaele Jerusalmi nell’ultima seduta dell’anno, “segna il secondo miglior risultato dopo il record del 2000”. Fuochi d’artificio anche per il rendimento. Nonostante il calo dell’ultimo minuto (Ftse Mib -1,06% a 23.506 punti) Milano, con un rialzo di quasi il 29%, è stata la piazza finanziaria più brillante dell’Eurozona dopo Atene (+49%), regina mondiale. Un rialzo che ha portato la capitalizzazione, salita del 20,1% a 651 miliardi, al 36,8% del Pil.

Nel 2018, con 543 miliardi, Piazza Affari valeva il 33,5% del Pil e a fine 2017, con 644 miliardi, era al 37,8%. Per salire sopra al 40% bisogna tornare al 2007, quando con 731 miliardi la Borsa di Milano valeva il 47,8% del Pil, per precipitare poi con 372 miliardi al 25% l’anno successivo, in piena crisi. Nel 2000 invece, con 818,4 miliardi, cifra ancora oggi impensabile, il valore totale della Borsa di Milano era pari al 70% del Pil. Stabili quest’anno gli scambi, con una media giornaliera di 2,2 miliardi di euro per 256mila contratti. Complessivamente sono stati chiusi oltre 64 milioni di contratti per un controvalore che ha superato i 544 miliardi. Il massimo giornaliero è stato raggiunto lo scorso 4 novembre con 371.448 contratti, mentre non ha avuto eguali nell’anno il controvalore del 20 dicembre, che ha raggiunto quota 4,5 miliardi.

Intesa Sanpaolo con circa 4 milioni di contratti per un controvalore di 61,4 miliardi, è stato il titolo più scambiato. A fine anno le società quotate hanno raggiunto le 375 unità: 242 sul listino principale (Mta), di cui 78 nel segmento Star, uno strumento societario Fia su Miv, il mercato dei veicoli finanziari, e 132 su Aim Italia, il mercato alternativo dei capitali. Le ammissioni sono state 41, con 35 Ipo. Quattro sono state le matricole su Mta (Nexi, Italian Exhibition Group, Newlat Food e Sanlorenzo) e 31 su Aim. Tra le ammissioni senza Ipo la fusione di Beni Stabili in Covivio e la ‘business combination’ di Spaxs con Banca Interprovinciale e il conseguente debutto di Illimity Bank. Poi ci sono state due rinunce, avvenute entrambe lo scorso 17 ottobre, con i mercati piuttosto perturbati. Si tratta di Rcf, attiva negli impianti audio, che ha fatto dietrofront all’ultimo minuto insieme a Ferretti, leader delle imbarcazioni private di lusso.

Ora gli occhi sono puntati sul 2020 e per Piazza Affari si fanno i nomi di almeno 7 società. Gvs, attiva nei filtri medicali, Epta (refrigerazione) e Sia (pagamenti elettronici), in procinto di fondersi con Nexi, a sua volta ammessa in Borsa lo scorso 16 aprile. Seguono Agos (credito al consumo), Prelios, già Pirelli Re, revocata nel 2018 e pronta al rientro, Adler (componentistica per i trasporti), partecipata dal Fsi e Giochi Preziosi, multinazionale da tempo indicata come possibile matricola di Borsa. Ma Piazza Affari va oltre la semplice finanza. “Nel 2019 – ha spiegato Jerusalmi – abbiamo continuato a lavorare per contribuire allo sviluppo delle aziende italiane e alla loro crescita dimensionale anche attraverso il mercato dei capitali”. “Per il 2020 – ha aggiunto – l’impegno di Borsa continuerà in questa direzione, intensificando anche le attività di roadshow internazionali e gli incontri con gli investitori di tutto il mondo, che permettono alle nostre aziende quotate di essere sempre più visibili e conosciute anche all’estero”.

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