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Shipping, fondo da 5 mld per navi a zero emissioni

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Il 1° gennaio di quest’anno ha rappresentato per lo shipping mondiale il primo, grande spartiacque, la prima, concreta e importante scelta per ridurre l’impatto ambientale del trasporto marittimo e fare la propria parte nel ridurre le emissioni: è entrata in vigore la nuova normativa IMO che abbassa il contenuto di zolfo del carburante per le navi di ben sette volte, dal 3,5% allo 0,5%. Appena prima di Natale, con una mossa senza precedenti, l’industria marittima internazionale ha annunciato di voler continuare su questa strada, compiendo un secondo passo in avanti: dare vita ad una nuova organizzazione non governativa di ricerca e sviluppo per la decarbonizzazione dello shipping con la creazione di un fondo alimentato con finanziamenti delle compagnie di navigazione di tutto il mondo.

Parliamo di circa 5 miliardi di dollari su un periodo di 10 anni per accelerare lo sviluppo di navi a zero emissioni di CO2 entro i primi anni 2030. Il fondo sarà finanziato da compagnie di navigazione di tutto il mondo attraverso un contributo di R&S obbligatorio pari a 2 dollari USA per tonnellata di acquisto di carburante marino. Al momento, l’iniziativa riguarda le principali associazioni internazionali degli armatori, ma la possibile partecipazione di altre parti interessate è vista con favore.

La proposta verrà presentata all’IMO, l’Organizzazione marittima internazionale-Agenzia specializzata delle Nazioni Unite, e si focalizzerà sui combustibili alternativi. “La coalizione delle associazioni di settore che sostiene questa proposta – ha affermato Esben Poulsson, presidente ICS, l’International Chamber of Shipping – sta dimostrando una vera leadership. L’industria marittima deve ridurre le proprie emissioni di CO2 per far fronte all’ambiziosa sfida fissata dall’IMO. L’innovazione è fondamentale se vogliamo sviluppare le tecnologie che alimentano la 4a rivoluzione della propulsione marittima”. “La nostra è una proposta semplice, responsabile e realizzabile – ha concluso – Speriamo che i governi sostengano questa mossa coraggiosa dell’industria”.

“Quella presa dallo shipping mondiale per combattere il surriscaldamento del pianeta è una decisione storica, le associazioni di settore che promuovono questa proposta stanno dimostrando grande senso di responsabilità. Fa molto onore alla categoria la decisione di autotassarsi per un fine nobile: la tutela del nostro pianeta”, ha commentato Emanuele Grimaldi, vice-presidente dell’ICS, rappresentante italiano in seno all’organizzazione mondiale degli armatori e amministratore delegato del Gruppo Grimaldi.

Anche in Italia si guarda a questo progetto come ad un passo molto importante verso la totale decarbonizzazione dello shipping. Parlando a nome degli armatori italiani, Mario Mattioli, presidente di Confitarma ha ricordato che “la nostra flotta è in prima fila nel percorso che tende alla decarbonizzazione di tutte le attività industriali ed ha già fatto ingenti investimenti per tecnologie innovative e impiego di combustibili meno dannosi per l’ambiente. Basti citare l’alimentazione a batteria, quindi a zero emissioni, durante le soste della nave in porto, l’utilizzo del gas naturale liquefatto, LNG, come combustibile alternativo e l’installazione di scrubber”.

“Non parliamo di meri progetti – ha aggiunto Mattioli – negli ultimi anni abbiamo dimostrato concretamente il nostro impegno per ridurre le emissioni delle nostre navi. Auspichiamo che nel corso del tempo questo fondo possa avere una dotazione importante e paragonabile agli investimenti dell’automotive nella ricerca di combustibili alternativi. In Italia vantiamo eccellenze di primo piano”.

Come esempio di buone pratiche della flotta italiana il presidente di Confitarma ha citato le navi e i traghetti alimentati con gas metano liquido (LNG) impiegati per la prima volta nel Mediterraneo, tra cui le due unità di Coste Crociere, AidaNova e Costa Smeralda, che hanno inaugurato una nuova era delle crociere a bassissimo impatto ambientale usando l’LNG anche per la navigazione, e le due unità del Gruppo Grimaldi, la Cruise Roma, la prima con emissioni zero in porto grazie all’impianto di mega batterie al litio, e la car carrier Grande Torino, prima di sette unità gemelle altamente efficienti, dotate di motore a controllo elettronico e di sistemi all’avanguardia in grado di ridurre le emissioni inquinanti.

Il 90% del commercio mondiale utilizza la via marittima e il trasporto via mare è già il più efficiente ed efficace, se si valuta la sostenibilità ambientale in base alla quantità di merci trasportate ed alle distanze percorse. In ogni caso la comunità internazionale dello shipping ritiene che per raggiungere gli obiettivi di cambiamento climatico dell’accordo di Parigi, una rapida decarbonizzazione sia fondamentale: le associazioni degli armatori che hanno presentato congiuntamente la proposta rappresentano oltre il 90% della flotta mercantile mondiale e sono Bimco, Clia, Intercargo, Interferry, ICS, Intertanko, International Parcel Tankers’ Association e World Shipping Council.

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