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Coronavirus, La Camera (Irena): Puntare su rinnovabili per ripartire

Tutto il mondo è alle prese con il coronavirus, e la priorità è naturalmente quella di salvare quante più vite possibile, tenendo in piedi al contempo il sistema sanitario. L’altra emergenza, quella economica provocata dalle misure di isolamento sociale necessarie per contenere l’epidemia di Covid19, sta portando all’introduzione di strumenti statali commisurati all’emergenza, cifre enormi pompate nel sistema produttivo di ogni nazione. Così grandi da avere sulla società un effetto anche a medio e lungo termine, dice Francesco La Camera, Dg dell’Irena, Agenzia internazionale per le energie rinnovabili. Per questo bisogna fare in modo che siano in linea con l’altra grande emergenza del nostro tempo, quella ambientale, climatica ed energetica.

Gli obiettivi dell’agenda 2030 delle Nazioni Unite e nell’accordo di Parigi possono servire da bussola durante questo periodo, dice La Camera. “Pacchetti di stimolo e ripresa possono anche accelerare il passaggio a economie sostenibili, de-carbonizzate e inclusive. È necessario un approccio progettuale coerente”, dice La Camera. Come reso evidente dall’attuale crisi, “non possiamo più permetterci” di prendere decisioni politiche isolate davanti a sfide sociali, economiche e ambientali.

Le politiche di bilancio espansive di questo periodo, dice il Direttore generale, devono affrontare la pandemia favorendo lo sviluppo economico, la creazione di posti di lavoro, promuovendo l’equità e il benessere, mettendo il mondo su un percorso climatico sicuro. Di questo percorso deve far parte “la transizione energetica”.

“Le transizioni energetiche sono già in corso in molti Paesi”, dice La Camera. “Queste transizioni sono diventate sempre più accessibili a causa di quadri politici lungimiranti, innovazioni e riduzione dei costi tecnologici per le energie rinnovabili. Il solare fotovoltaico e l’energia eolica sono diventati le fonti di elettricità più economiche in molti mercati, con altre fonti di energia rinnovabile in procinto di raggiungere la parità di costo in pochi anni. Nel settore energetico, le energie rinnovabili hanno dominato le nuove aggiunte di capacità e hanno sempre più superato i combustibili fossili negli ultimi sette anni. Solo lo scorso anno, le energie rinnovabili hanno rappresentato quasi i tre quarti delle aggiunte globali alla capacità energetica”.

La ricaduta economica della pandemia è di vasta portata, con un impatto negativo su molti settori, “comprese le energie rinnovabili”. Eppure “l’impatto potrebbe essere diverso rispetto ad altri settori economici. I governi possono rivolgersi a una transizione energetica basata sulle energie rinnovabili per offrire una gamma di soluzioni a un momento storico così difficile. Molte tecnologie rinnovabili possono essere accelerate in maniera relativamente rapida, contribuendo a rilanciare le industrie e creare nuovi posti di lavoro”. L’occupazione nel settore, che nel 2018 ha raggiunto 11 milioni di posti di lavoro in tutto il mondo, potrebbe quadruplicare entro il 2050, mentre i lavori nell’efficienza energetica e nella flessibilità del sistema potrebbero aumentare di altri 40 milioni, ricorda il Dg dell’Irena, che sottolinea anche come le rinnovabili possano supportare l’assistenza sanitaria delle comunità più povere energeticamente.

Nella creazione di infrastrutture future, le soluzioni energetiche volte ad aumentare le energie rinnovabili offrono una scelta di investimento strategica sicura, dice La Camera. Le misure economiche potrebbero essere indirizzate a installare reti elettriche flessibili, soluzioni per l’efficienza energetica, sistemi di ricarica dei veicoli elettrici, immagazzinamento di energia, energia idroelettrica interconnessa, idrogeno. “Gli ultimi sviluppi del prezzo del petrolio e l’accresciuta imprevedibilità dei rendimenti degli investimenti in idrocarburi rendono ancora più forte il business case per le energie rinnovabili. Le attuali dinamiche di mercato potrebbero ulteriormente indebolire la redditività delle risorse non convenzionali di petrolio e gas e contratti a lungo termine. È giunto il momento di ridurre o reindirizzare i sussidi ai combustibili fossili verso energia pulita senza ulteriori disagi sociali”.

“Mentre l’attuale crisi ha senza dubbio sottolineato le interconnessioni globali e rafforzato la visione di una società più resiliente a livello nazionale e regionale, ha anche messo in luce le grandi differenze nelle circostanze e nelle capacità dei Paesi”, continua il Dg. “È necessaria una cooperazione internazionale per affrontare carenze e vulnerabilità profondamente radicate e le risposte alle crisi devono riflettere la co-dipendenza globale. Gli investimenti devono essere diretti ovunque siano necessari, anche verso i Paesi e le comunità più vulnerabili”.

Quest’anno, sottolinea La Camera, doveva essere un punto di svolta per il clima e lo sviluppo sostenibile, con il 2020 che segna l’inizio di un decennio fondamentale. “La pandemia inaspettata, con le sue conseguenze devastanti per le comunità e le economie, sta modificando i piani, interrompendo i trend in corso. La crescente perdita di vite umane è devastante e lo stress per le comunità e le economie richiederà strategie ponderate e di vasta portata. È necessaria una prospettiva più ampia, che considera l’energia, la società, l’economia e l’ambiente come parti di un sistema unico e olistico. La risposta deve fornire più di un semplice salvataggio per le strutture socioeconomiche esistenti. Oggi più che mai le politiche pubbliche e le decisioni di investimento devono allinearsi alla visione di un futuro sostenibile e giusto. Tali impegni sono certamente ambiziosi. Ma sono interamente realizzabili con una risposta collettiva e coordinata”.

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