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Coronavirus, la riconversione di High Quality Food

Il cibo delle cucine degli chef che bussa alla porta di casa, a prezzi vantaggiosi. High Quality Food, sino all’esplosione della bolla Covid-19, spediva materie prime del Made in Italy all’elite della ristorazione italiana. Venti milioni di euro di fatturato, sede a Roma, poi Milano, Londra, Hong Kong. Poi sono arrivati dall’Asia i primi segnali della forza del Virus, che ha messo progressivamente i sigilli ai ristoranti in tutto il mondo. E, quindi, per sopravvivere e tutelare il futuro a breve termine, salvando il posto di lavoro ai dipendenti, è arrivato anche il cambio di modello di business.

I prodotti ora finiscono entro 24, massimo 48 ore, a casa degli italiani. “Il mercato ha mostrato di apprezzare la riconversione, apprezzando le tecniche di confezionamento di qualità dei prodotti, così come per le materie prime, soprattutto per il compromesso qualità-prezzo per la filiera corta – spiega Simone Cozzi, founder di High Quality Food – molti colleghi del settore non avevano capito, apprezzato il cambio di modello, oggi le aziende di settore ci vengono dietro e ci chiedono anche consulenza”.

La mission di HQF è nata con High Food Agricola, società concepita su un sistema di filiera corto, autosufficiente: coltivazioni, allevamento e produzione di prodotti di alta gamma, valorizzando terre colpite da calamità naturali. Poi il grande salto, i cibi nelle cucine di Massimo Bottura, uno dei clienti di HQF, come Enrico Bartolini. E ora nelle case degli italiani costretti al lockdown per il Covid-19. Carne rossa, bianca, formaggi, salumi, pane. Il costo medio di una spesa si aggira sui 180 euro. La consegna oltre i 100 euro è gratuita, altrimenti c’è un plus da cinque euro per il trasporto a domicilio.

Oltre 2400 ordinativi nel primo mese di attività, il 40-50% a Roma, poi clic sull’applicazione HQF a Milano, Firenze, Bologna, Napoli. Trentamila euro di fatturato quotidiani, crescita dell’80% del volume d’affari da un giorno all’altro. Nell’offerta che bussa all’abitazione della clientela anche un kit per la sanificazione: amuchina, candeggina, gel igienizzanti, sapore liquido in formato gigante. Insomma, un giro a 360 gradi che ha consentito all’azienda di non licenziare i dipendenti, circa cento, nelle varie sedi.

In attesa della ripartenza dei ristoranti con più stelle Michelin. “Non è detto che tutto ciò che è buono debba essere per forza caro ma servono gli interlocutori giusti”, aggiunge il founder di High Quality Food. Dunque, prodotti di alta qualità a prezzi contenuti, un’offerta commerciale che prevede la sanificazione di tutta la catena produttiva, tecnologie di controllo, logistica termo-controllata. Una formula vincente, in attesa della ripartenza dell’Italia e della riapertura delle cucine degli chef stellati.

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