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Coronavirus, decreto Aprile (maggio) ancora tutto da scrivere

giuseppe conte

Il decreto Aprile (maggio, ormai) è ancora tutto da scrivere. C’è un capitolo fondamentale, quello del sostegno alle imprese, ancora tutto da riempire di contenuti. La bozza circolata, ancora titolata ‘decreto Aprile’, è una base di partenza ma ogni decisione sostanziale è rinviata a dopo il 6 maggio, quando la Commissione Ue renderà nota la sua proposta sul Recovery fund e sarà più chiaro quale sarà lo spazio entro il quale potranno essere impiegati gli aiuti di Stato.

 

Sono due i pilastri che potranno essere utilizzati. Primo, deve rientrare in gioco la Cassa Depositi e Prestiti. Dopo la discussa, e discutibile, decisione di puntare su Sace, sotto controllo del Tesoro, per la gestione dei prestiti alle imprese con garanzie parziali dello Stato, Cdp resta il soggetto capace di mobilitare risorse, processi e strategie in grado di cambiare verso all’intervento pubblico.

 

L’altro aspetto decisivo è quello del sostegno a fondo perduto, indispensabile per salvare le aziende e le attività che non riescono ad avere accesso al credito.

 

Palazzo Chigi ha parlato di bozza superata e di un provvedimento ancora da costruire. Una puntualizzazione necessaria, anche perché questo decreto rappresenta un passaggio decisivo, sia per le chance di dare un senso a una fase2 iniziata all’insegna della confusione, sia per la tenuta del governo e della maggioranza. E il sostegno alle imprese, al lavoro e alle attività che rischiano seriamente di scomparire resta la priorità assoluta sul piano economico.

 

Le altre novità presenti nella bozza servono a delineare alcuni strumenti. A partire dai licenziamenti sospesi per cinque mesi e alle novità sul reddito di emergenza.

 

Nello specifico, il periodo di sospensione dei licenziamenti viene ampliato da due mesi a cinque rispetto alla precedente formulazione. E ancora: Reddito di emergenza da 400 fino a 800 euro, ampliati i requisiti per il Reddito di cittadinanza, bonus baby sitter portato a 1.200 euro (2.000 per medici e infermieri), riconosciuta un’indennità fino a 600 euro anche ai lavoratori domestici, cig in deroga per 18 settimane fino al 31 ottobre e lavoro nei campi fino a 2 mesi per percettori Rdc, cig o indennità.

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