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Immuni scaricata da mezzo milione di italiani

Immuni

Immuni, l’app sviluppata dall’azienda milanese Bending Spoons per contenere la diffusione del Covid-19, e selezionata dal Governo, a un giorno dal lancio è stata scaricata da oltre 500 mila persone, secondo quanto dichiarato dalla ministra per l’Innovazione Paola Pisano. L’esordio si può considerare un successo, per due motivi: il primo è che il rilascio dell’app non è stato accompagnato da una comunicazione da parte del Presidente del Consiglio, come invece è accaduto per altri importanti decisioni durante questo periodo di emergenza. Il secondo motivo consiste nello generale scetticismo che alcuni italiani hanno dimostrato nei confronti di un dispositivo tecnologico finalizzato al tracciamento.

 

Come ha detto il founder di Talent Garden Davide Dattoli in una nostra intervista, il problema è sempre la comunicazione. Occorre una grande operazione di comunicazione per far capire che non c’è alcun pericolo per i nostri dati, soprattutto a tutte quelle persone meno abituate ad usare app e servizi digitali. Immuni non raccoglie dati personali e la società privata Bending Spoons che l’ha sviluppata non la gestisce direttamente, come specifica il Ministero: nell’intero sistema dell’app non sono presenti né saranno registrati nominativi e altri elementi che possano ricondurre all’identità della persona positiva o di chi abbia avuto contatti con lei, bensì codici alfanumerici. Immuni serve per poter ricevere una notifica nell’eventualità di esposizione al coronavirus. Abbiamo tutto da guadagnare nello scaricarla.

 

Quanti più saranno a scaricarla (dagli store Google o Apple, lo ricordiamo, non è possibile scaricarla via Sms o email), infatti, tanto più alta sarà l’efficacia dell’app. Per ora l’avvio dell’app sarà graduale: i servizi sanitari regionali attiveranno gli avvisi dell’app, a cominciare dalle Regioni Abruzzo, Liguria, Marche e Puglia. Secondo alcuni occorre una copertura del 50-60% della popolazione affinché Immuni sia efficace, altri parlano di numeri più bassi. Nonostante l’Italia si posizioni sempre in basso alle classifiche di alfabetizzazione digitale e digitalizzazione della Pa, questa volta non siamo arrivati poi così tardi, anzi, la nostra app è arrivata prima di quelle di Francia e Germania, siamo stati il terzo paese europeo a diffonderla. Ora non resta che usarla.

 

 

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