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Coronavirus, la nautica di lusso non conosce crisi

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Cantieri del Pardo, Baglietto, Ice Yachts, Sanlorenzo: ordini e obiettivi confermati, si lavora per recuperare il tempo perso per le consegne. La versione completa di questo articolo, a firma di Maria Elena Molteni, è disponibile sul numero di Fortune Italia di giugno.

 

Un comparto resiliente quello della nautica italiana che ha egregiamente superato la fase più difficile dell’emergenza sanitaria, anche grazie alle specificità del settore, legate al tipo di prodotto, ai tempi di progettazione, produzione e varo delle imbarcazioni. Non che sia tutto rose e fiori, certamente. Molti cantieri hanno risentito pesantemente della crisi, ma si tratta essenzialmente o di realtà già in difficoltà in epoca pre-Covid oppure dedicate ad un prodotto di gamma media. Quello che si può identificare come alto di gamma o lusso non ha subìto ripercussioni se non ritardi nella consegna agli armatori. La media del lockdown in Italia per la cantieristica nautica è stato tra le 5 e le 8 settimane e ha comportato uno slittamento delle consegne di circa due mesi. A complicare la situazione anche il fatto che la filiera è internazionale e dunque le chiusure a scacchiera in Europa e nel mondo hanno comportato un ulteriore allungamento dei tempi. “Questo – spiega a Fortune Italia Fabio Planamente, presidente Vela di Confindustria Nautica e Ceo dei Cantieri del Pardo – sta rallentando la ripartenza, perché è sufficiente che manchi un solo pezzo e diventa impossibile consegnare l’imbarcazione. Tuttavia, stiamo cercando di spingere i fornitori a ripartire, anche supportandoli economicamente. I piccoli hanno subìto maggiormente la crisi e si trovano ora in difficoltà, spesso anche per pagare le materie prime. Noi cantieri ci siamo spesso sostituiti alle banche per finanziarli”. D’altra parte, non manca di evidenziare Planamente, “soltanto le aziende sane potranno ricevere i finanziamenti ex decreto Liquidità. Le società che già vivevano sul filo di lana, nulla. E questo anche se lo Stato offre una garanzia sul prestito al 90%. Ma perché le banche non si fidano, sanno che non potranno escutere dallo Stato, e dunque assicurano l’erogazione del finanziamento alle sole società sane.

 

La versione completa di questo articolo è disponibile sul numero di Fortune Italia di giugno. Si può comprare in edicola e in versione digitale, oppure ci si può abbonare ai link di seguito:

 

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