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Il coronavirus non ha fermato il coworking

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Ridefinizione di tempi e spazi. Flessibilità, condivisione, e sicurezza, imposta dal Covid-19. La formula magica per la produttività. Il virus riscrive le regole anche dello smart working. Il ricorso al lavoro da casa, con il placet di aziende pubbliche e private, ha rischiato di arrestare la crescita del coworking , del lavoro condiviso in ufficio, degli open space da 20-30 posti, che, secondo il censimento di Italian Coworking aggiornato a novembre 2019, vede Milano avanti a tutte con 91 strutture, seguita da Roma (57) e Torino (24). Ora il trend è lavorare da casa ma il rischio della fine del coworking è sventato: per la Fondazione Di Vittorio il 60% dei lavoratori vorrebbe spendere le sue ore al pc in un ufficio condiviso ma non possono per assenza di spazi.

 

E stanno emergendo, anche da alcune startup, le soluzioni per tutelare la preferenza di lavorare in uno spazio condiviso, magari più contenuto. Anzi, ora il trend delle aziende è creare realtà fisiche in cui incrementare oppure diminuire le postazioni di lavoro per i dipendenti. E quindi, ecco l’idea di Wylab, incubatore ligure: sostenere un Airbnb da remoto, per ora partito tra Roma e Milano. Una casa vacanza, una casa in città con più stanze che diventa smart office, proprietari che investono per adattare la struttura, assicurando il distanziamento sociale e le precauzioni sanitarie. Una piccola idea, anche per finanziare i titolari degli immobili colpiti dalla pandemia.

 

C’è poi la proposta che arriva da Talent Garden, quasi 20 milioni di fatturato nel 2019, con 22 strutture gestite in sette paesi europei: si chiama Antea, indirizzata ad aziende e professionisti, una piattaforma digitale dedicata allo smart working, un laboratorio digitale sulle nuove metodologie del lavoro che consente di apprendere, formarsi, confrontarsi con gli esperti di settore e fare networking in un’ottica di community allargata online. Dunque, un cambio di prospettiva, diverso approccio al lavoro, sempre più focalizzato su obiettivi e risultati, piuttosto che sul rispetto di un orario. Così i professionisti potranno apprendere come ottimizzare le proprie modalità di smart working e i manager avranno la possibilità di approfondire come gestire le proprie risorse al meglio.

 

E per andare oltre gli ostacoli lavorativi creati dal Covid-19 ecco le due applicazioni di Copernico, azienda attiva nello smart working e nella produzione di servizi per le pmi, con 13 sedi in Italia: da Procurami, che propone una serie di fornitori che presentano servizi in quattro aree (acquisti, tecnologia, formazione e design degli spazi) sino a Nico, dedicata alle aziende e professionisti clienti di Copernico, tra contatti, servizi, strumenti per facilitare connessione, condivisione, smart working. Mentre sul coworking virtuale punta tutto Grownnectia, società di accelerazione di startup che propone di affrontare il percorso di pre accelerazione e incubazione da remoto attraverso una piattaforma online.

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