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Intesa Sanpaolo si prende Ubi, Opas chiusa al 90,2% di adesioni

Carlo Messina Businessperson of the year

Intesa San Paolo fa il pieno di azioni Ubi Banca. L’offerta pubblica di acquisto e scambio lanciata lo scorso febbraio da Intesa su Ubi si è chiusa con il 90,206% del capitale di Ubi apportato complessivamente in adesione, per un totale di oltre 1 mld di azioni. Ora, secondo la normativa, per Intesa Sanpaolo ci sarà l’obbligo di acquisto delle azioni Ubi rimaste in mano agli azionisti che ne facciano richiesta. Come indicato nel prospetto dell’offerta, superata la soglia del 90% del capitale portato in adesione, ma sotto il 95%, la banca guidata da Carlo Messina attiverà la procedura di sell out.

 

Gli azionisti di Ubi Banca con le azioni residue si troveranno davanti due possibilità: potranno usufruire delle stesse condizioni dell’Opas, e quindi ricevere 17 azioni ordinarie di nuova emissione di Intesa Sanpaolo per ogni 10 azioni di Ubi Banca e 0,57 euro in contanti per azione, oppure farsi liquidare le azioni ancora detenute in contanti. In questo caso il corrispettivo sarà pari alla media delle ultime cinque chiusure a partire, a ritroso, dalla chiusura di ieri. Il periodo di acquisto delle azioni durerà tre settimane e partirà in una data ancora da fissare. A quel punto, non essendo necessaria alcuna assemblea straordinaria, si procederà al delisting di Ubi e alla successiva fusione per incorporazione, fusione che sarà attuata senza far sorgere il diritto di recesso e sulla base di un rapporto di cambio che non incorporerà alcun premio per gli azionisti di minoranza dell’emittente.

 

“Oggi portiamo a termine un’operazione che ci vede tutti vincitori – ha commentato il consigliere delegato e ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina – grazie alla decisione, di cui siamo orgogliosi, del 90,2% degli azionisti di Ubi Banca di entrare a far parte di Intesa Sanpaolo, daremo vita a una nuova realtà in grado di rafforzare il sistema finanziario italiano e di ricoprire un ruolo di leader nello scenario bancario europeo. L’operato delle Autorità competenti, nei confronti delle quali esprimo vivo apprezzamento, ha consentito di concludere l’operazione nei tempi previsti”. Nei prossimi mesi, continua Messina, “la valorizzazione dei nuovi colleghi provenienti da Ubi sarà per me un aspetto prioritario. Contiamo su di loro per dar vita ad un gruppo, capace di affrontare le nuove sfide in Europa”.

 

“Aver avviato, primi a livello europeo, una nuova fase di rafforzamento del settore bancario, è la dimostrazione di come il nostro Paese possa giocare da protagonista in campo internazionale”, continua il ceo di Intesa Sanpaolo. La nuova realtà “potrà contare sulle elevate qualità professionali delle oltre 100mila persone che ne faranno parte e avrà un ammontare di impieghi per oltre 450 miliardi di euro, il risparmio che gli italiani ci affidano supererà il valore di 1,1 trilioni di euro, i ricavi saranno pari a 21 miliardi di euro: si tratta di cifre espressione delle capacità dei nostri imprenditori e della solidità del patrimonio delle nostre famiglie, gli elementi alla base della forza dell’economia italiana”. Intesa Sanpaolo, sottolinea Messina, “è profondamente radicata nelle aree in cui opera: è un tratto qualificante del nostro dna. In questi mesi abbiamo presentato importanti iniziative a favore delle comunità di riferimento di Ubi: sentiamo in maniera forte questo impegno, su di esso costruiremo questa nuova realtà”. Un impegno sentito “in maniera ancora più profonda nella fase che segue alla pandemia: siamo convinti che la nostra banca, motore dell’economia reale e sociale, rappresenterà il pilastro della fase di ripresa che il Paese si pone come principale obiettivo. La nostra solidità rappresenta un fattore chiave nella competitività del sistema Italia sulla scena globale, sostenendo così la ripresa dell’occupazione, specie quella giovanile”, conclude.

 

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