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Il coronavirus e la sperimentazione di Vodafone sul 5G

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Un bilancio della sperimentazione di Vodafone secondo Sabrina Baggioni, 5G Program Director dell’operatore che ha scommesso di più sulla nuova tecnologia. Anche durante l’emergenza. La versione completa di questo articolo, a firma di Fabio Insenga, è disponibile sul numero di Fortune Italia di settembre 2020.

 

“Sensazionale”, “meraviglioso”, “sorprendente”. Quando Sabrina Baggioni parla del 5G e del ‘viaggio’ compiuto con la sperimentazione da Vodafone usa aggettivi che possono suonare esagerati ma che spende e argomenta con convinzione. Non li usa per fare uno spot ma per descrivere cosa rappresenta per lei, 5G Program director dell’operatore che ha scommesso di più sulla nuova tecnologia, un’esperienza “come se ne sono viste poche in questo campo”, che ha consentito, nel giro di un anno o poco più, di rendere condivisa “la percezione che si tratti di qualcosa di importante”. Ora, lo dice chiaramente, il lavoro fatto va capitalizzato.

 

“C’è stato un salto, dal punto di vista della tecnologia in sé e dell’evoluzione dei servizi e delle soluzioni, che dobbiamo trasformare in valore per l’utente finale”. L’emergenza legata alla diffusione del Coronavirus ha evidentemente inciso su più fronti. “C’è stata una accelerazione iniziale. Con l’emergenza, si sono materializzate sul campo soluzioni sviluppate in via sperimentale”, racconta Baggioni, facendo riferimento alle applicazioni nel settore sanitario. “Tra due sedi dell’Humanitas, quella di Rozzano e quella di Pio X, avevamo già attivato insieme all’Istituto Clinico e a Exprivia-Italtel un sistema di telegestione e teleconsulto che consente a tecnici e medici radiologi di poter collaborare da remoto durante e dopo l’esecuzione di esami radiologici. Questo grazie al 5G, che permette di condividere video e immagini ad altissima risoluzione in mobilità e in tempo reale, garantendo la sicurezza nella gestione dei dati sensibili. Era una soluzione in campo come test, è diventata molto importante nell’emergenza per la continuità operativa dell’unità di radiologia, minimizzando gli spostamenti di medici e pazienti e accelerando i tempi delle risposte”. Il secondo caso indicato da Baggioni è ancora più legato alla gestione diretta dell’emergenza sanitaria.

 

La versione completa di questo articolo, a firma di Fabio Insenga, è disponibile sul numero di Fortune Italia di settembre 2020. Ci si può abbonare al magazine mensile di Fortune Italia a questo link: potrete scegliere tra la versione cartacea, quella digitale oppure entrambe. Qui invece si possono acquistare i singoli numeri della rivista in versione digitale.

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