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Fecs e il business circolare dell’alluminio

fecs illimity

Recuperare, riciclare, riutilizzare tutti i metalli ferrosi e non ferrosi, ma soprattutto l’alluminio. Semplificando molto, il business del gruppo Fecs è questo. Una semplificazione possibile solo a parole, considerando la verticalizzazione del ciclo produttivo e il volume degli affari dall’azienda della provincia di Bergamo, che fattura 300 mln di euro ogni anno facendo quello che in Europa non fa nessuno, dice Olivo Foglieni, capo di Fecs partecipazioni, holding del gruppo: “Siamo l’unica realtà in Europa che parte dal rifiuto, lo porta a materia prima, poi a semilavorato e a prodotto finito con un proprio marchio, fino al design”.

 

Quella nata nel 1999 è oggi una realtà industriale complessa (ne fanno parte Imt, Radiatori 2000, Stemin e As Metal), basata sull’economia circolare e con una forte componente commerciale internazionale (esporta in 3 continenti e in oltre 15 Paesi), che, racconta Foglieni, ha di conseguenza bisogno di risposte veloci anche a livello finanziario. In questo senso, l’accordo di factoring da 14 mln di euro stretto nel 2019 con illimity (tramite Imt) ha aiutato il gruppo a crescere. “Abbiamo trovato in illimity rapidità esecutiva, visione, strategia, possibilità di cooperare in ricerca e sviluppo, e risposte certe”, dice Foglieni.

 

La capacità di investire sull’innovazione è fondamentale per un’azienda che (come racconta in questo video) punta tutto sulla sostenibilità sulla capacità di riutilizzare i materiali, e che con i suoi 300 dipendenti trasforma, ogni anno, 160mila tonnellate di rifiuti metallici, produce 65mila tonnellate di lingotti di materia prima e 70mila tonnellate di semilavorati prodotti per il mercato dell’alluminio secondario.

 

Courtesy Fecs
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