NF24
Cerca
Close this search box.

Coronavirus, cronaca di un tampone negativo

Sono passate 68 ore, troppe, da quando, alle otto di venerdì sera, sono riuscito a fare il tampone. Ho inserito user e password sul portale salutelazio.it e finalmente è arrivato il risultato: negativo. Anzi, per la precisione: non rilevato. Non ho il Coronavirus.

 

Sto male da lunedì scorso. Prima il raffreddore, lunedì sera. Ho rinunciato all’ultima partita di calcio a 8, per precauzione. Poi sono stato a casa martedì e mercoledì, lavorando insieme a un fastidioso mal di testa. Giovedì ho rinunciato a una trasferta al TTG di Rimini, per precauzione. Venerdì è arrivata anche la tosse. Troppi indizi che portano a pensare al Coronavirus. Dopo quattro ore e sessanta telefonate a vuoto, ho parlato con il medico di base. Rapida ricognizione dei sintomi e in pochi minuti è arrivata via mail la prescrizione per il tampone.

 

Poi, sei ore di fila in macchina al San Giovanni di Roma. Ho incontrato, insieme, i problemi di un Paese che si è fatto cogliere impreparato e la volontà e la competenza di tanti interpreti della macchina dell’emergenza: da chi gestisce le file chilometriche agli operatori sanitari che fanno il loro dovere per ore, senza soste. Quindi, alla fine, il tampone. Meglio farlo, per precauzione.

 

Sono iniziati quasi tre giorni di attesa. Sospesi, eppure con tutte le cose normali da mandare avanti. Le bambine da tenere faticosamente a distanza, nonostante la mascherina sempre incollata in faccia e la continua sterilizzazione delle mani. Poi, tutto il resto. I pezzi da fare, il giornale da chiudere. In un modo o nell’altro. E l’altro, in caso di tampone positivo, ha impegnato buona parte dei dubbi e della preoccupazione. Poi, il pensiero a tutte le persone da avvertire. E sarebbero state tante. Intanto, i sintomi sono sempre lì. Soprattutto, tosse e mal di testa. Sarà colpa di tutte queste precauzioni. Ho sempre fatto una vita normale con la tosse e il mal di testa, abusando di Tachipirina ma senza particolari conseguenze.

 

Oggi, ovviamente, è tutto diverso. Il Coronavirus impone comportamenti a cui non siamo abituati, dilata il tempo, limita lo spazio, riempie di incertezza le giornate. Questa trafila, durata più o meno una settimana, si ripete per decine di migliaia di persone, tutti i giorni. Basta un raffreddore o una semplice influenza per mettere in moto una macchina che si muove ancora con troppa lentezza. Servono pazienza e rispetto di norme che sono inevitabilmente affidate al senso di responsabilità individuale. Con il numero dei contagi in continua crescita, però, non basterà più. Il sistema è già troppo fragile oggi.

ABBIAMO UN'OFFERTA PER TE

€2 per 1 mese di Fortune

Oltre 100 articoli in anteprima di business ed economia ogni mese

Approfittane ora per ottenere in esclusiva:

Fortune è un marchio Fortune Media IP Limited usato sotto licenza.