Cerca
Close this search box.

Coronavirus: il lockdown, i medici e la politica

negozi file tim ufirst

Ascoltare o non ascoltare i medici. Il bivio sembra sempre lo stesso, dall’inizio dell’epidemia di Coronavirus. Chiarendo che i medici sono soprattutto quelli che lottano negli ospedali da dieci mesi. Se la comunità scientifica si è divisa, in una girandola di posizioni contraddittorie, che ha portato anche a clamorose ritrattazioni, dagli ospedali è arrivata sempre la stessa voce: l’epidemia, sopra una soglia di contagi, si combatte solo con il lockdown.

 

Ora Filippo Anelli, presidente della Federazione degli Ordini dei medici, chiede in un messaggio inviato a La Repubblica un immediato lockdown totale in Italia: “Nell’ultima settimana abbiamo registrato mediamente mille ricoverati e oltre trecento morti al giorno. Se il trend rimarrà invariato, avremo diecimila morti in più e cinquemila pazienti in terapia intensiva. Servono subito misure drastiche, come un lockdown totale”.

 

Una posizione ferma e inequivocabile. Non vuol dire che sia l’unica strada percorribile ma è indispensabile tenerne conto. È il punto di vista sanitario, che in un’emergenza sanitaria ha il suo peso. Poi ci sono gli altri punti di vista, quello sociale e quello economico, che vanno messi sul tavolo. Il ruolo e la responsabilità della politica, del governo e delle Regioni nello specifico, è quello di trovare la sintesi più efficace, quella capace di ridurre il danno il più possibile.

 

Il tentativo di evitare di fermare tutto il Paese passa per lo schema che stiamo vivendo in in questi giorni. La distinzione fra aree più a rischio e aree meno a rischio Coronavirus è l’ultimo passo possibile prima del lockdown.

 

Può funzionare solo con l’assunzione di responsabilità di tutti. Il governo che deve guidare la macchina dal centro, le Regioni che devono guidarla sul territorio, e la popolazione, tutta, che deve capire quanto sia alta la posta in gioco: salute, tenuta sociale, tenuta economica.

 

L’ultima settimana ha mostrato, dal caso Calabria in giù, tutte le distorsioni che mettono a rischio l’obiettivo. Con i governatori protagonisti di un indecoroso rimpallo di responsabilità. E, se la magistratura dovesse provarlo, anche di una incredibile complicità nella manipolazione dei dati sull’effettiva diffusione del Coronavirus.

 

Non c’è da decidere se i medici abbiano ragione o torto. L’appello pro lockdown è la logica conseguenza di una situazione già fuori controllo. È il momento di verificare se la politica sia in grado di tenere insieme le priorità senza abdicare. Non è detto che sia possibile. Ma per provarci serve un’assunzione di responsabilità diversa.

ABBIAMO UN'OFFERTA PER TE

€2 per 1 mese di Fortune

Oltre 100 articoli in anteprima di business ed economia ogni mese

Approfittane ora per ottenere in esclusiva:

Fortune è un marchio Fortune Media IP Limited usato sotto licenza.