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Il welfare, la questione demografica e il mix pubblico-privato

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Non si può solo pensare alle pensioni. Il welfare non può essere solo pubblico e il ruolo del privato è sempre più evidente. La versione completa di questo articolo, a firma di Marco Barbieri (direttore wewelfare.it), è disponibile nell’inserto del numero di Fortune Italia di novembre 2020.

 

 

Il coronavirus ci sta cambiando la vita, la convivenza sociale, i bisogni di protezione, le modalità di lavoro, il modello di sviluppo economico. Innegabile. Ma c’è qualcosa che ancora più pervasivamente ha iniziato a manifestare i suoi effetti, e c’è da scommettere che saranno ancora più duraturi e persistenti: l’evoluzione demografica.

 

Nulla come la demografia segna nel profondo i destini delle comunità umane; lenta, ma inesorabile. “Il welfare nel nostro Paese è stato costruito su un modello sociale che aveva la famiglia come cardine; la famiglia con almeno due figli. Una famiglia quasi sempre monoreddito. Costruita sulla figura centrale del maschio adulto. Non è più così da tempo. Si fanno sempre meno figli. A lavorare sono quasi sempre in due. E spesso le famiglie coincidono ormai con l’individuo”. Alessandro Rosina è un demografo. Ma non solo per questo tiene a fissare lo sguardo sull’evoluzione demografica per vedere il futuro del welfare.

 

 

Il nuovo welfare dipenderà in larga misura dai giovani e dai giovanissimi. L’Italia detiene il non invidiabile primato negativo di natalità in Europa. Senza neonati non ci saranno bambini; senza bambini non ci saranno lavoratori. E senza lavoratori sarà difficile recuperare le risorse necessarie per pagare le nuove forme di protezione sociale. È una legge sociale imprescindibile.

 

Con una domanda inattesa per chi ha associato il suo nome all’ultima grande (amata od odiata) riforma delle pensioni, Elsa Fornero si chiede: “Non si parla di riforma del welfare. Al massimo si continua a parlare di riformare la riforma delle pensioni. La questione vera è in questa: quale welfare vogliamo per i bambini?”.

 

La versione completa di questo articolo, a firma di Marco Barbieri (direttore wewelfare.it), è disponibile sul numero di Fortune Italia di novembre 2020.

 

L’inserto dedicato al welfare si può sfogliare online, gratuitamente.

 

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