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Forum Sostenibilità: gli scenari futuri, tra policy e investimenti

L’ascesa delle rinnovabili, modelli di produzione industriale più puliti, il passaggio alla finanza sostenibile: il 2020 è stato senza precedenti per tanti motivi (quasi tutti negativi), ma sembra anche segnare, nella pianificazione corporate e istituzionale, una svolta nella concezione dell’attenzione all’ambiente. La sostenibilità non è più solo un’etichetta. Non per questo siamo molto più vicini a una soluzione alla crisi climatica. Ma creare una piattaforma di confronto tra le migliori pratiche sostenibili in settori diversi tra loro, come ha fatto Fortune Italia con il suo terzo Forum Sostenibilità, la cui prima giornata si è tenuta oggi in versione ‘phygital’, può aiutare, forse, ad accelerare il processo.

 

Un processo nel quale saranno le istituzioni, attraverso regole, incentivi e policy, ad imprimere l’accelerazione più importante. Secondo Pierpaolo Baretta, Sottosegretario del Mef intervistato dal direttore di Fortune Italia Fabio Insenga, gli effetti economici e sociali di questa crisi sono destinati a durare di più di quelli sanitari. E il mondo del lavoro sarà penalizzato. Come e dove si può intervenire per limitare i danni, quindi, anche in maniera più strutturale per il futuro? “Avremo nuove povertà e nuove disuguaglianze. Serve un nuovo welfare che abbiamo presente il territorio, la strategia deve essere basata su soluzioni strutturali”. Tra le misure del governo che possano più incidere sulla sostenibilità, Baretta indica gli interventi per favorire la tenuta e la trasformazione d’impresa, e il bonus energetico “reiterato per qualche anno per avere un volano di messa in moto che è già servito dal 2008 al 2013”. Gli effetti “si potrebbero vedere già nella seconda parte del prossimo anno”. Sul piano delle risorse, la vera partita cruciale è il Recovery Fund. “Già nell’impostazione del recovery abbiamo presenti due filoni di fondo: trasformazione green economia e transizione digitale, quindi riduzione delle emissioni da un lato e diffusione del digitale, tanto più necessario, dall’altro”. Ma il segreto per un’attuazione efficace è “la formazione delle persone, dalla scuola a quella permanente sul lavoro, sia la carta vincente della prospettiva del futuro, per creare una nuova cultura del lavoro e di impresa. La formazione è l’asse più importante per un Paese come il nostro che ha grande competizione, ma ha gap importanti dal punto di vista culturale”.

 

Secondo il secondo ospite del Forum Sostenibilità, Francesco La Camera, Direttore generale di Irena, l’agenzia internazionale per le rinnovabili, “la transizione era già in atto prima del Covid, negli ultimi 8 anni la capacità installata di rinnovabili ha progressivamente superato la capacità installata dei combustibili fossili. La distanza è andata aumentando. Lo scorso anno sono l’incremento è stato del 7% rispetto al 2018. Le rinnovabili ormai sono il terzo della capacità energetica globale. Questo perché si è assistito a un progressivo decremento dei costi di produzione dell’energia elettrica”. Per il post Covid, Irena ha evidenziato il contributo che gli investimenti nella transizione energetica possono dare alla crescita. “Ci troveremo davanti al più grande sforzo finanziario dal dopoguerra. La risposta alla pandemia deve essere in linea con gli obbiettivi di sostenibilità, in modo che la disponibilità finanziaria attuale non venga intaccata neanche negli anni a venire. Abbiamo verificato che occorrono due trilioni di dollari nel triennio dal 2021 al 2023 per poi passare a 4,9 trilioni al 2030. La cosa importante da notare è che facendolo già in tre anni creeremo 5 milioni e mezzo di posti di lavoro in più. Ogni dollaro speso nelle rinnovabili porterà benefici estremamente alti. Da qui al 2030 in Italia dovrebbe portare a una crescita del Pil di quasi il 2%, e 23mila posti di lavoro nel breve temine”.

 

Da qui la previsione sul mix energetico fra dieci anni. Come arriveremo alla Carbon neutrality nel 2050? “Dobbiamo diminuire le emissioni del 45% al 2030 e portarle a zero nel 2050. Questo vuol dire che petrolio e carbone devono aver già raggiunto il picco e il gas lo deve raggiungere nel 2025. Il mix futuro sarà basato sulle rinnovabili con l’idrogeno verde e la bioenergia come complemento. Dobbiamo praticamente invertire il rapporto tra rinnovabili e fossili, attualmente 20-80. Più rapidamente avviene la transizione, minore sarà lo sforzo necessario negli anni”.

 

 

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