Il tentativo di arginare la diffusione del Coronavirus, ma anche la volontà di non essere troppo impopolari. Le esigenze sanitarie e quelle politiche, insieme. Il risultato è una zona rossa non proprio rossa che assume il colore sbiadito del compromesso.
A questo punto, con i tecnici e la comunità scientifica che avrebbero voluto un lockdown vero, il tema è soprattutto uno: capire se il calendario per le Feste, rigido nella forma ma alleggerito nella sostanza dalla deroga negli spostamenti che rende pressoché impossibile limitare la circolazione e le riunioni nelle case, possa essere realmente efficace nel contenimento dell’epidemia.
La chiusura delle attività commerciali, per le quali i ristori stanziati contestualmente al decreto sono decisamente insufficienti, interroga sull’altro dubbio che nasce leggendo il decreto: il sacrificio che si impone sul piano economico, giusto, troverà corrispondenza nel risultato finale? Servirà a evitare la tanto temuta terza ondata?
Considerato quello che succederà in quasi tutte le case degli italiani, dove due alla volta (più gli under 14) ci si può assembrare con spirito natalizio, le risposte sono tutt’altro che scontate.
