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Diverso, difficile, comunque Buon Natale

Nessuno avrebbe mai potuto pensare un Natale come questo. Neanche il più geniale degli autori distopici. La trama che si sviluppa intorno al 25 dicembre 2020 è scritta da un autore, il Coronavirus, che è stato capace di mettere tutti di fronte a un elemento che cambia sostanzialmente la percezione della realtà: il pericolo.

 

È un Natale diverso, comunque, e per tutti. Perché nelle vite di molti, il pericolo è stato finora una cosa degli altri. Oggi è un elemento che costringe a cambiare tradizioni, abitudini, comportamenti. Al punto di arrivare a comprimere la libertà personale. Sono giorni rossi, e poi arancioni, in attesa che tornino almeno gialli. Sono i colori che tolgono o concedono margini di libertà. Basta soffermarsi su questo per sentire la differenza netta che c’è con qualsiasi altro Natale.

 

Poi, però, le condizioni di tutti diventano un privilegio quando si vanno a considerare quelle di chi è costretto non solo a vivere un Natale diverso ma anche un Natale difficile.

 

Non è una novità per tutte le persone che, Natale o non Natale, fanno i conti la lotta per la sussistenza, con le malattie, con la morte. Ma il Coronavirus ha allargato improvvisamente questo mondo e l’ha reso facilmente accessibile a molte più persone. Sono molte di più le persone in uno stato di povertà, sono molte di più le persone malate, sono molte di più le persone che muoiono.

 

Quando si parla di politica, e si vuole volare alto, si ragiona di decisioni e provvedimenti che servono a migliorare la convivenza civile e le condizioni economiche e sociali della popolazione. Oggi, la politica si trova a gestire, con gli strumenti che ha a disposizione, un’emergenza che rischia di compromettere la stessa tenuta della società.

 

Quando si parla di economia, si parla in genere di piani e strategie per sostenere il bene pubblico, le imprese e il lavoro. Oggi l’economia è avvolta nell’incertezza, con previsioni impossibili da fare se non rispetto alla certezza che la crisi sarà ancora lunga e profonda.

 

Come accade quando ci si confronta con l’ignoto e con la sofferenza, le strade di credenti e non credenti si dividono. Il Natale di chi ha una sensibilità religiosa può appellarsi alla spiritualità e alla preghiera. Per tutti gli altri, incluso chi scrive, il Natale laico, mai come quest’anno, può rappresentare un momento di riflessione sulle priorità, personali e collettive.

 

Può aiutare guardare i bambini, che hanno meno filtri e più sensibilità: quelli fortunati, che vivono comunque un Natale diverso, e quelli meno fortunati, che vivono un Natale difficile.

 

Buon Natale a tutti.

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