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Pranzo di Natale made in Italy, in India

Non è ancora possibile (ci abbiamo appena provato!) acquistare online, in India, un panettone italiano. In compenso le festività natalizie porteranno sulle tavole del secondo Paese più popoloso del mondo dopo la Cina cioccolato, olio extravergine, caffè, pasta a volontà e altre piccole leccornie, tutte rigorosamente Made in Italy. A permetterlo è ‘The Italian Mall-Made in Italy‘ (https://www.flipkart.com/italian-mall-store), una vetrina per i prodotti italiani nata su Flipkart, la più grande piattaforma indiana di acquisti online, ed oggi finalmente operativa.

 

Nonostante i dazi doganali e una stringente regolamentazione sull’importazione, l’India ha dimostrato nell’ultimo decennio di poter diventare un mercato di sbocco per l’alimentare italiano assolutamente interessante. L’export italiano nel suo complesso, dal 2016 al 2019 ha infatti registrato un sorprendente balzo di oltre il 22%, facendo del nostro Paese uno dei principali partner commerciali dell’India tra i Paesi UE. Di tutti i nostri comparti, poi, l’alimentare – con i quattro prodotti di punta: pasta, cioccolata, olio e frutta – è tra quelli che stanno riscuotendo maggior successo nel sub-continente, abitato da un miliardo e 300mila potenziali consumatori di Made in Italy, e con un mercato agrifood in piena espansione. Da qui nasce l’idea, presentata lo scorso luglio dall’Agenzia ICE, di creare un “Mall Italiano”, cioè una vetrina sul maggior marketplace indiano, dove i consumatori potranno ordinare prodotti dei settori merceologici che meglio sintetizzano l’Italian Style: non solo cibo, ma anche design e moda, accessori e articoli artigianali, cosmetici e gioielli.

 

“Si tratta di un progetto pionieristico, frutto della collaborazione tra Agenzia ICE e Flipkart Internet Private Limited, lanciato in un mercato ancora acerbo per prodotti Food, Fashion e Design importati, non solo dal nostro Paese ma da tutti gli altri, che tuttavia è un mercato ad alto potenziale di crescita”, ha spiegato l’Ambasciatore italiano a Nuova Delhi Vincenzo De Luca.

 

Secondo dati ICE, le importazioni estere sul mercato indiano dell’alimentare, dal 2010 ad oggi, hanno costantemente registrato aumenti a due cifre. La quota di mercato di cibo e vino italiano è di appena l’1%, ma già nel 2015 valeva più di 70 milioni di dollari e comunque continua stabilmente a crescere (+30% circa anche nell’ultimo quadriennio).

 

E c’è di più: sempre secondo statistiche ufficiali, l’India è oggi il mercato e-commerce con il tasso di crescita più veloce nel mondo (stimato al 1.200% entro il 2026) un dato impressionante che si coniuga alle previsioni di un aumento esponenziale dell’alfabetizzazione digitale e degli investimenti in aziende e-commerce. “Gli indiani che utilizzano internet – sottolinea infatti la nostra Ambasciata – sono ben 665 milioni e dovrebbero raggiungere gli 835 milioni nel 2023, mentre la quota di mercato online continua a crescere rispetto al mercato tradizionale: è aumentata del 25% nel 2019 e, stando alle previsioni, arriverà al 37% entro il 2030”.

 

A dare la spinta al digitale e all’e-commerce in particolare ha peraltro contribuito la violenta ondata pandemica che ha travolto il Paese, il secondo al mondo per casi di coronavirus (almeno 10 milioni quelli ufficialmente registrati finora) dopo gli Stati Uniti. Oggi sembra difficile quantificare la portata delle ricadute negative globali sulla crescita indiana – sostengono gli analisti – ma è certo che l’impatto sarà “significativo” e potrebbe determinare una crescita del Pil di quest’anno inferiore al 3 % nel caso di lockdown prolungato. Sarebbe questa la peggiore performance economica registrata in India negli ultimi 10 anni in base allo scenario tracciato dall’Italian Trade Agency di Nuova Delhi, nel caso in cui il Paese – come stiamo purtroppo constatando – non riuscisse a controllare l’epidemia.

 

Uno spiraglio per le nostre aziende, indica tuttavia il medesimo rapporto, è rappresentato dal processo di digitalizzazione che avanza con una velocità mai vista prima, investendo anche i settori più tradizionali della società indiana.

 

“Questi dati – sottolinea De Luca – fanno ritenere che l’India, con la sua prorompente forza demografica, sia destinata ad assumere un ruolo da protagonista nell’economia mondiale post-covid, posizionandosi come meta interessante di export e di investimenti, un continente ricco di opportunità per le nostre imprese”. L’ulteriore conferma che l’India rappresenti oggi non tanto una destinazione esotica quanto un mercato imprescindibile per la nostra economia è arrivata, il mese scorso, anche dal primo summit virtuale italo-indiano concluso con la firma di quindici intese per rafforzare la cooperazione bilaterale in settori strategici per entrambi i Paesi. La pandemia, insomma, non ha impedito ai premier Giuseppe Conte e Nerendra Modi di stringersi virtualmente la mano dopo gli anni di accese tensioni nate con la questione dei marò. E non ha impedito alla nostra Ambasciata e all’ICE di aiutare, da luglio ad oggi, i numerosi esportatori italiani interessati a vendere su Flipkart che sono stati affiancati da importatori locali perché la normativa indiana in materia di e-commerce prevede che le aziende italiane possano accedere a quest’immenso mercato solo attraverso un operatore economico locale che ha il compito di gestire l’account aziendale e che è la figura di riferimento di Flipkart per tutti gli aspetti logistici e commerciali.

 

Per la cronaca, il gigante dell’e-commerce indiano fu acquisito nel 2018 dalla statunitense Walmart, dopo una lunga battaglia contro Amazon, con un accordo da 16 miliardi di dollari, il maggiore investimento della storia Walmart. Con oltre cento milioni di clienti indiani che quotidianamente si servono di Flipkart per i loro acquisti e dieci milioni di pagine visitate al giorno, non può sfuggire l’importanza cruciale di questa piattaforma per il nostro Made in Italy: le prossime Feste saranno il primo, concreto, banco di prova per rendersene conto.

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