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Conte volta pagina, no a Italia Viva. Ora i volenterosi

Una crisi senza fondamento ha gettato il Paese nello sgomento. Ora non si torna indietro, si volta pagina. Senza chi ha provocato la crisi, Italia Viva. E con chi raccoglierà l’appello lanciato ai ‘volenterosi’. Che devono arrivare dalle forze europeiste e anti sovraniste. Il premier Giuseppe Conte, parlando in aula alla Camera, chiede fiducia per costruire una nuova maggioranza. E delinea con precisione il perimetro entro il quale intende muoversi.

 

No a Italia Viva

 

“Arrivati a questo punto, bisogna dirlo con franchezza, non si può cancellare quel che accaduto, non si può pensare di recuperare quel senso di fiducia necessario per lavorare” insieme, in una compagine governativa. “Adesso si volta pagina, questo paese merita un governo coeso”, impegnato “a lavorare per una piena ripartenza” e per una “incisiva ripresa”.

 

L’appello ai volenterosi

 

“Sappiate che questo è il momento giusto per contribuire alla prospettiva di governo, declinata in senso europeista e anti-sovranista”, dice quindi il premier rivolgendosi a quanti intendono farsi “costruttori”. “Servono volenterosi, a chi ha a cuore il destino dell’Italia dico ‘aiutateci'”, afferma Conte, che chiede un “appoggio limpido alle forze europeiste, liberali, popolari, socialiste”. L’invito è quello di “mettersi alle spalle il grave gesto di irresponsabilità che ci ha gettato in questa incertezza”.

 

Lo sgomento del Paese

 

Quanto accaduto nelle ultime settimane, ha quindi ribadito il premier, “ha aperto una crisi profonda tra le forze di maggioranza, ma ha soprattutto provocato sgomento nel paese e rischia di produrre danni notevoli e non solo perché ha fatto salire lo spread, ma perché ha attirato l’attenzione dei media internazionali, delle cancellerie straniere”.

 

Crisi senza fondamento

 

Sui rilievi di Italia Viva, che ha ritirato le sue ministre dal governo, Conte spiega: “E’ stato chiaro e apprezzato il contributo di Iv, ma ha deciso l’astensione sul Recovery”. Ma “il Recovery non c’entra con il Mes”. E sulla crisi “non ravviso alcun fondamento”, sottolinea il premier che aggiunge come ora la crisi debba “trovare qui una risposta”. Una crisi aperta in una “fase cruciale“, dice Conte, puntando il dito contro “contrappunti polemici, sterili e del tutto incomprensibili” e sui “non casuali rilanci sui temi più divisivi”. “Rischiamo di perdere contatto con la realtà, c’era bisogno di aprire una crisi politica in questa fase? No. Abbiamo compiuto – rivendica il premier – ogni sforzo per evitare che questa crisi latente potesse esplodere, nonostante continue pretese, critiche sempre più incalzanti, continui rilanci concentrati su temi palesemente divisivi rispetto alle sensibilità delle varie forze di maggioranza”. “E’ una crisi che avviene in una fase cruciale, con la pandemia in pieno corso. Confesso, lo devo dire, di avvertire un certo disagio. Non sono qui per illustrare misure per i cittadini e per le imprese o la bozza del Recovery Plan, ma per provare a spiegare una crisi di cui non ravviso alcun plausibile fondamento”, ha sottolineato Conte.

 

La vocazione europeista

 

“All’inizio di questa esperienza di governo ero consapevole che un governo formato da esperienze diverse poteva nascere solo con una solida vocazione europeista, e mi sono adoperato per la prospettiva di un disegno riformatore. A riguardare i 29 punti programmatici, ravviso che c’era una visione e una forte spinta ideale, un chiaro investimento di fiducia”, ha detto il premier. La maggioranza, ha spiegato il presidente del Consiglio “è stata solida anche in passaggi critici”, e ora, nel futuro “abbiamo davanti una sfida epocale” perché “la pandemia ha sconvolto la società”.

 

In Aula a testa alta

 

“Abbiamo operato sempre scelte migliori? Ciascuno esprimerà le proprie valutazioni. Per parte mia posso dire che il governo ha operato con massimo scrupolo e attenzione per i delicati bilanciamenti anche costituzionali. Se io oggi posso parlare a voi che siete in quest’Aula e ai cittadini che ci seguono da casa a testa alta non è per l’arroganza di chi ritiene di non aver commesso errori, ma per la consapevolezza di chi ha operato con tutte le energie fisiche e intellettivi per poter offrire la migliore protezione possibile alla comunità internazionale”, ha spiegato Conte.

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