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Governo, non può essere appeso a ‘un Vitali’

Luigi Vitali si’, Vitali no, Vitali forse. Il sacrificio di Tatjana Rojc. Prima ancora, il grande passo di Maria Rosaria Rossi. Il mercato del Senato si rivela per quello che è, una rassegna triste di storie personali immolate sull’altare di un tentativo estremo di forzare la realtà, per chiudere la crisi di governo.

 

Il senatore di Forza Italia Vitali, nel giro di 12 ore, prima spiega perché ha deciso di appoggiare il governo Conte, “ho preso la decisione di sostenere il professor Conte. Ho espresso sempre la mia perplessità sulla situazione attuale”, poi torna sui suoi passi, “c’è’ stato un ripensamento, e nella notte ho deciso di restare con il centro destra. Ho sentito Silvio Berlusconi e anche Matteo Salvini”. Basta una telefonata, meglio due che sono più rassicuranti, per spostare una pedina, da una parte o dall’altra. E per far salire le quotazione di un governo. O di un altro.

 

La senatrice del Pd Rojc gioca un altro ruolo. Va in soccorso del nuovo gruppo di responsabili al Senato, perché servono dieci nomi che non ci sono. La sua pedina si sposta, per ragioni tecniche, ma c’è almeno il buon senso, che per qualcuno è ingenuità, di chiarire subito che tornerà indietro il prima possibile: “Mi sacrifico per il bene del Paese ma la mia casa è il Pd”.

 

Nota a tutti, e forse più lineare, la storia della ex prediletta di Silvio Berlusconi. Maria Rosaria Rossi ha fatto parte del cerchio magico del Cavaliere in un’altra Era politica. Gli anni della fidanzata Francesca Pascale e di una Forza Italia che non c’è più. Rossi era ai margini del suo partito e sfrutta una situazione utile a tornare al centro di qualcosa. Se e quanto per iniziativa personale, lo diranno le mosse di altri, a breve.

 

Ce n’è abbastanza, già solo in queste tre storie, per capire cosa gira intorno all’operazione responsabili/costruttori/europeisti. Non è la prima e non sarà l’ultima volta che movimenti del genere vanno in soccorso di una maggioranza pericolante. Ma c’è un dato politico che non può essere sottovalutato in queste ore. E che viene tenuto nella giusta considerazione al Quirinale. Così, convincendo uno a uno senatori volenterosi, o solo più disponibili, non si va da nessuna parte.

 

Mentre i giorni passano e la situazione, sanitaria, sociale ed economica, inevitabilmente peggiora, l’unica via d’uscita porta a una maggioranza che sia almeno sorretta da un accordo di legislatura tra forze politiche in grado di esprimere non solo un numero sufficiente ma anche la prospettiva di un governo che venga messo nelle condizioni di governare.

 

Sarà molto probabilmente il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, ha spiegare con chiarezza che il prossimo governo non può essere appeso ‘a un Vitali’. Chiunque sia e qualunque sia la nobile ragione che lo spinge a schierarsi da una parte o dall’altra.

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