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Real-Barca, El clasico non può essere un brand in Europa

I galacticos del Real Madrid contro il Barça, il simbolo della Catalogna, Barcelona mes que club, come si legge sulle tribune del Camp Nou. E’ ormai un decennio che l’espressione El Clasico, la sfida tra le due potenze del calcio spagnolo, 18 Champions League in due, è finita nel linguaggio comune sportivo ma anche economico, trattandosi di due globetrotter che producono milioni di euro in ogni angolo del mondo. Il Tribunale dell’Unione europea ha recentemente dato ragione all’Ufficio della Proprietà Intellettuale (Euipo) sul parere negativo alla registrazione di El Clasico come marchio esclusivo.

La proposta era stata avanzata quattro anni fa dalla Liga spagnola, intenzionata a registrare il brand nel Vecchio Continente. Il motivo del rigetto è avvenuto perché il termine manca di carattere distintivo, una premessa fondamentale per la registrazione di un marchio. Dunque, nessun utilizzo specifico del marchio El Clasico, almeno per l’Europa. Nessuna linea di abbigliamento o gadget ispirate all’incrocio tra madrileni e catalani, alle grandi sfide del passato, soprattutto nell’era della contemporanea presenza in campo di Cristiano Ronaldo e Messi.

Il marchio è invece registrato oltre i confini dell’Unione Europea e pure da qualche tempo: dalla Cina agli Emirati Arabi, in Messico, negli Stati Uniti. Il motivo? Tanti dollari, un fiume di dollari. Quattro anni fa, per una partita amichevole agostana, nello stadio-forno di Miami, l’Hard Rock Stadium, rimesso a nuovo per l’avvenimento, Messi e Cristiano Ronaldo si sono ritrovati avversari per l’ennesima volta in carriera: 65mila spettatori, tagliandi sul mercato secondario piazzati fino a duemila dollari, poi i diritti televisivi per la partita a un network americano, i ricavi dal merchandising, i pacchetti turistici da Messico, Cile, ovviamente Spagna.

Secondo l’International Chamber of Commerce, il giro d’affari della partita è andato vicino ai 100 milioni di dollari. Per un test amichevole. Invece, per lo scontro decisivo per l’assegnazione del campionato spagnolo, dicembre 2016, Nielsen Sports ha calcolato che il combinato disposto tv-social media ha portato in cassa alle due società (e anche alla Liga) oltre 40 milioni di euro.

E anche se Ronaldo è lontano da Madrid e l’era Messi potrebbe essere alle battute finali al Barcellona, il mancato utilizzo del marchio esclusivo El Clasico per l’Europa è un colpo alla Liga ma soprattutto alle finanze disastrate delle due società che avrebbero potuto immettere in breve tempo denaro fresco in cassa. Il Real Madrid, sommerso dai debiti, per disporre di liquidità oltre ai prestiti garantiti dallo Stato, ha prolungato i termini dell’accordo con l’hedge fund Providence, che scadeva il 30 giugno, che prevede la cessione delle entrate legati ai contratti di sponsorizzazione dei blancos, eccetto gli accordi con gli sponsor tecnici e commerciali, Adidas ed Emirates. E si è scritto e discusso tanto sulla situazione debitoria del Barcellona, in rosso di oltre un miliardo di euro e quindi a rischio bancarotta, sul contratto monstre di Leo Messi, da oltre 500 milioni di euro nell’ultimo quadriennio.

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