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La liquidità contesa: da Fineco alla politica Bce

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La scelta di Fineco di chiudere i conti correnti con giacenza sopra i 100mila euro fa discutere. E si lega a una serie di domande sugli effetti della politica monetaria, sulla crescita delle criptovalute e sulla gestione del debito pubblico. La versione completa di questo articolo, a firma di Alberto Sisto, è disponibile sul numero di Fortune Italia di maggio 2021.

BANCHE CHE ‘SCHIFANO’ LA LIQUIDITÀ DEI CLIENTI, neanche fosse frutto di rapine. Grandi fondi che studiano le condizioni delle offerte delle banche per evitare provvigioni, come fanno le casalinghe con le offerte dei supermercati. Il Tesoro americano che paga tassi più alti di quelli italiani. Si tratta di inusuali, ma temporanei, segnali di qualcosa che non va? O c’è dell’altro? Distratti dal caos pandemico, a governanti e istituzioni è sfuggito qualcosa? All’avvicinarsi dell’uscita dalla crisi sanitaria le domande su come ne verremo fuori si fanno più insistenti.

LA LIQUIDITÀ SUI CONTI CORRENTI

A risvegliare l’attenzione è stata, tra l’altro, la decisione di Banca Fineco di chiudere i conti correnti di chi ha una giacenza media dai 100 mila euro in su e non fa investimenti, usando i depositi solo come parcheggio del contante. A molti internauti economici la scelta unilaterale della banca ha fatto saltare la mosca al naso, come ha raccontato nel suo blog Beppe Scienza. Professore di matematica a Torino, oggi scrive per aiutare i comuni mortali a muoversi con accortezza fra banche e investimenti.

Nel suo blog, ha registrato commenti che parlano di “un’estorsione bella e buona”, “un atto incostituzionale” e “metodi staliniani”. Il matematico li ha depotenziati spiegando che “si è trattato di una scelta scortese ma legittima” in quanto, al contrario delle assicurazioni per la Rca, per le banche non vige l’obbligo a contrarre. Legittima ma comunque sorprendente. Una banca che rifiuta denari dei correntisti, e per di più di quelli più facoltosi, sopra i 100mila euro, è un fatto a dir poco singolare.

La copertina del numero di maggio 2021 di Fortune Italia

 

L’Ad di Fineco si è trovato a fare i conti con gli effetti delle scelte fatte dalla Bce di Mario Draghi che, mentre inondava il mercato di denaro, introduceva rendimenti negativi e poi anche una penalizzazione, divenuta crescente nel tempo, oggi è lo 0,5%, per gli istituti di credito che trattengono troppa liquidità. Così Fineco, che è una banca che non fa prestiti per statuto, piuttosto che sopportare penalizzazioni che le appesantivano i conti, ha preferito chiudere la porta. Una soluzione così estrema, sia pur destinata a un migliaio di clienti, porta a chiedersi se sia un caso unico o se stia venendo qualche nodo al pettine.

Secondo una ricerca pubblicata sui ‘Temi di discussione’ della Banca d’Italia, la cura dei tassi negativi sta funzionando: le banche hanno girato i loro portafogli, riducendo la presenza sull’interbancario, e aumentato l’offerta di credito inglobando debitori più rischiosi e aziende più piccole. Lo studio però è uscito a marzo del 2020 e riguarda il periodo precedente allo scoppio della pandemia. Oggi, il professor Giorgio Di Giorgio che insegna politica monetaria alla Luiss, parla di una situazione che ci avvicina al Giappone degli anni Novanta: “Stiamo per segnare il decennio a tassi negativi. L’Euribor è diventato negativo a giugno del 2014. Una situazione non prevista in teoria. I modelli non prevedono tassi negativi. Gli intermediari che lavorano fra il credito e il debito sono in difficoltà: il margine d’interesse non remunera il costo del capitale e quindi le banche sono strutturalmente in perdita, per lo più compensano con gli altri servizi”.

Nel settore, comunque, si vocifera della possibilità di introdurre una commissione di massimo coperto, non scoperto, per recuperare dai clienti i costi del sistema, anche se dai clienti professionali le banche si fanno pagare. Se non è sbagliata la teoria, che non riesce a ricomprendere questa realtà nei suoi modelli, vuol dire che ci troviamo in una situazione oltre i limiti?

La versione completa di questo articolo è disponibile sul numero di Fortune Italia di maggio 2021. Ci si può abbonare al magazine mensile di Fortune Italia a questo link: potrete scegliere tra la versione cartacea, quella digitale oppure entrambe. Qui invece si possono acquistare i singoli numeri della rivista in versione digitale.

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