Richieste, stop, ultimatum. Una pressione costante perché il governo faccia poco e male. Matteo Salvini ha scelto la sua strada, che in un mondo normale sarebbe quella del leader dell’opposizione. Decisioni, scelte nette, un programma da seguire. Mario Draghi fa il premier come gli è richiesto di farlo, con il più alto tasso di leadership possibile.
In un mondo normale, ci sarebbero le condizioni perché Salvini esca dalla maggioranza e Draghi vada avanti per la sua strada. Ma non siamo in una situazione normale e la maggioranza bulgara nata dalle ceneri del Conte 2 deve fare i conti con due forze radicalmente contrapposte: la necessità di fare riforme radicali e in tempi rapidi per cogliere la gigantesca opportunità del Recovery Plan; la smania di Salvini di non farsi schiacciare dalla crescita sempre più ingombrante dell’unica forza di opposizione, FdI guidata da Giorgia Meloni, ormai leader di un potenziale schieramento di centrodestra.
Governare vuol dire fare le riforme. E governare in questo momento vuol dire fare proprio le riforme che Salvini non vuole: pubblica amministrazione, giustizia, fisco, prima delle altre. Servono le condizioni perché il Paese possa spendere le risorse che arrivano dall’Europa nell’unica maniera consentita: cambiare radicalmente in termini di efficienza, puntando sulla trasformazione ecologica e su quella digitale per chiudere con i ritardi strutturali che hanno bloccato finora lo sviluppo.
Draghi non ha alcuna intenzione di rallentare né, tanto meno, di fermarsi. Lo dice, quando serve, ma soprattutto lavora in questo senso. Tutte le decisioni che ha preso finora, con i provvedimenti e con le nomine (ultima, quella di Elisabetta Belloni alla guida del Dis), lo confermano.
L’ipotesi che Draghi possa vivacchiare in attesa di salire al Quirinale è uno scenario da fantapolitica, a prescindere da quale possa essere l’esito della corsa al Colle.
Draghi farà il premier cercando di fare il più possibile, con più riforme possibile, e Salvini dovrà scegliere se continuare a giocare su due tavoli o trovare una collocazione più coerente con le sue esigenze.
