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AI, cloud e 5G: la fabbrica alla prova del digitale

fabbrica digitale manifattura

Big data, cloud, intelligenza artificiale, robotica collaborativa, 5G. Per il manifatturiero il Pnrr è un’occasione di trasformazione imperdibile. Se n’è discusso all’evento di Fortune Italia ‘Connect the Intelligence’. La versione completa di questo articolo, a firma di Domenico Lusi, è disponibile sul numero di Fortune Italia di giugno 2021.

 

IL VECCHIO MODELLO di sviluppo economico lineare non è più in grado di confrontarsi con la complessità di un mondo globalizzato. La crisi pandemica lo ha reso palese in via definitiva, contribuendo ad accelerare la transizione digitale avviata dall’avvento delle Big Tech e ad accrescere l’urgenza di un nuovo modello in grado di conciliare crescita, sostenibilità e resilienza.

In questo scenario, per le aziende manifatturiere italiane il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) varato dal governo rappresenta un’occasione imperdibile per realizzare il salto verso modelli di business digitali in grado di garantire la flessibilità e l’agilità necessarie per restare competitive.

Proprio le prospettive della transizione digitale della manifattura italiana e i percorsi da intraprendere sono stati al centro dell’evento ‘Connect the Intelligence. Energie a sistema per la transizione digitale delle imprese manifatturiere’ organizzato a Roma da Fortune Italia in collaborazione con Nokia, Omron e Oracle il 18 maggio scorso.

UN NUOVO UMANESIMO

Perché la trasformazione digitale abbia successo, ha detto Giovanni Notarnicola, Associate partner Porsche Consulting, introducendo il dibattito, occorre imparare da quanto accaduto nel 2017 con Industria 4.0, un piano “che non ha mantenuto la promessa di farci scalare le classifiche europee della competitività perché accolto per lo più come un’iniziativa tattica e di breve termine, benché necessaria”.

Per non ripetere quegli errori è fondamentale anzitutto definire una visione strategica, insieme a un processo di change management, per poi focalizzarsi sulle tre aree su cui la trasformazione digitale impatta – core business, customer experience, efficienza – per puntare “su quella che è rilevante per la nostra azienda e che poi trascina le altre due”. Si passa quindi alla scelta del modello: sistema proprietario o piattaforma collaborativa? Quale che sia la scelta, per Notarnicola la trasformazione digitale segnerà “l’inizio di un nuovo umanesimo”, con fabbriche in cui le nuove tecnologie permetteranno di vedere in anticipo problemi e potenzialità, “suggerendo soluzioni diverse in base alle variabili che il sistema riesce a leggere in tempo reale” e in cui l’essere umano “esprimerà il suo più grande valore: la propria capacità decisionale”.

AZIENDE ZERO LATENCY

“Penso occorra guardare al digitale in modo olistico, perché abbiamo la possibilità di impattare su tutta la value chain delle aziende”, ha detto Lucia Chierchia, managing partner di Gellify, avviando la discussione del panel ‘Innovazione, resilienza e sostenibilità economica’. In questi anni, ha ricordato Simone Marchetti, Business development manager, Digital supply chain solutions Oracle, abbiamo visto grandi cambiamenti, “la rivoluzione digitale portata dagli over the top, il fenomeno Greta, la pandemia, che ha messo a dura prova chi opera nel settore delle operation. Molti dei nostri clienti hanno dovuto riconfigurare rapidamente le catene del valore su cui avevano costruito i loro casi di successo e la loro redditività”.

Questi fenomeni “ci stanno insegnando che dobbiamo essere agili: occorre creare aziende zero latency, in grado di prendere decisioni in tempi molto rapidi, guardando al proprio interno, alla propria catena del valore per riconfigurarla in tempi molto veloci, attraverso un dialogo digitale costante tre le diverse aree e il mercato della fornitura, da cui si possono importare innovazione e best practice. In questo ci vengono in aiuto tecnologie come il Cloud e l’intelligenza artificiale che permettono di sfruttare il valore contenuto nei dati”.

INTELLIGENZA IBRIDA

Lo scopo della digitalizzazione dell’industria manifatturiera “è trasformare ogni azione dell’individuo in un’azione digitale e controllabile attraverso i vari dispositivi che saranno interconnessi tra di loro”, ha sottolineato Alessio Trombettoni, Group continuous improvement manager di Froneri, joint venture tra R&R e Nestlé che produce gelati.

A tal fine serve che “l’operatore umano rimodelli le sue skill ed expertise per fare in modo che siano interpretabili dalle macchine con cui lavora”, per poi installare “processi di manufacturing execution system per estrapolare dalle macchine i dati che ci serviranno per analizzare i nostri kpi”. Serve quindi adottare “uno smart service di integrazione dei vari sistemi, lavorando con provider che sappiano interpretare le esigenze della catena produttiva per trasformarle in kpi digitali”, e infine approntare “il data management, la raccolta di tutti i big data che i vari siti produttivi forniscono, in modo da renderli fruibili”, per migliorare efficienze e tecnologie.

La versione completa di questo articolo è disponibile sul numero di Fortune Italia di giugno 2021. Ci si può abbonare al magazine mensile di Fortune Italia a questo link: potrete scegliere tra la versione cartacea, quella digitale oppure entrambe. Qui invece si possono acquistare i singoli numeri della rivista in versione digitale.

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