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Scontro Conte-Salvini sul reddito di cittadinanza

Nel giorno in cui l’Inps comunica che a luglio sono state oltre 1,37 milioni le famiglie che hanno ricevuto il reddito o la pensione di cittadinanza per un totale di oltre tre milioni di persone coinvolte, torna lo scontro politico su una delle misure più care al M5s. E a contrapporsi sono proprio due dei protagonisti del governo che quella misura ha varato: da una parte l’allora presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, dall’altro il vicepremier dell’epoca, Matteo Salvini. E se il primo – non c’è da stupirsi – difende quel provvedimento, l’altro fa invece “mea culpa” e chiede un cambio di rotta.

Entrambi parlano dal palco del Meeting di Rimini, tradizionalmente prima tappa della ripresa del dibattito politico dopo la pausa estiva che, quest’anno, è tornato a essere in presenza. E proprio durante un dibattito al quale erano presenti tutti i leader di partito, il segretario della Lega ammette: “Tornassi indietro, c’è una legge che si è dimostrata inidonea e che non voterei: il reddito di cittadinanza sta creando solo lavoro nero e disoccupazione” e “disincentiva alla fatica”, “per questo sto chiedendo al premier Draghi di rivederla”. Parole simili a quelle pronunciate da Antonio Tajani di Forza Italia e Giorgia Meloni di Fdi,a cui si aggiunge anche la sponda di Italia viva. Tanto che il leader del Carroccio si dice sicuro che sia “nata una maggioranza per rivedere” la misura.

Il neo leader M5s difende invece il provvedimento. “Sul reddito di cittadinanza dico questo: non possiamo essere d’accordo” con Salvini, “l’Italia ha introdotto una cintura di protezione importante, ci sono persone che vivono nella soglia di povertà. E’ una riforma complessa, l’abbiamo introdotta per la prima volta, nessuno vuole persone abili al lavoro a casa, in poltrona. Dobbiamo lavorarci perché nessuno di noi vuole abusi”. D’altra parte, osserva l’ex premier, “la nostra posizione è anche quella di Draghi che ha riconosciuto il fondamento positivo di un sistema, una cintura di protezione sociale”. Un riferimento alle recenti parole del presidente del Consiglio che aveva dichiarato di condividere “appieno il concetto che è alla base” del reddito di cittadinanza.

I dati dell’Inps

Secondo quanto riferito dall’istituto di previdenza, nel mese di luglio 2021, i nuclei percettori di reddito di cittadinanza (Rdc) sono stati 1,24 milioni, mentre i percettori di pensione di cittadinanza (Pdc) sono stati 133mila, per un totale di 1,37 milioni di nuclei e oltre 3 milioni di persone coinvolte. La distribuzione per aree geografiche vede 595mila beneficiari al Nord e 431mila al Centro, mentre nell’area Sud e Isole supera i 2 milioni di percettori.

Prevalgono i nuclei composti da tre e quattro persone, rispettivamente 138mila e 141mila. I nuclei con minori sono circa 449mila, con un numero di persone coinvolte pari a quasi 1,67 milioni, mentre i nuclei con disabili sono 232mila, con 542mila persone coinvolte. L’importo medio erogato a livello nazionale nel mese di luglio 2021 è di 548 euro (579 euro per il RdC e 267 per la PdC).

L’importo medio varia sensibilmente con il numero dei componenti il nucleo familiare, passando da un minimo di 447 euro per i monocomponenti a un massimo di 702 euro per le famiglie con quattro componenti. La platea dei percettori di Reddito di cittadinanza e di Pensione di Cittadinanza è composta da 2,6 milioni di cittadini italiani, 327mila cittadini extra comunitari con permesso di soggiorno Ue e 122mila cittadini europei. Nei primi sette mesi del 2021, le revoche raggiungono il numero di quasi 74mila nuclei e le decadenze sono 213mila.

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