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Lavoro, le grandi aziende combattono l’effetto burnout

La tutela della salute mentale che viene prima del lavoro. Per evitare l’effetto burnout, lo stress psicologico da lavoro che provoca ansia, depressione, stanchezza, iniziato a essere studiato negli Stati Uniti negli anni Settanta. Ora, diverse aziende stanno adottando decisioni per alleggerire il carico della fatica fisica ed emotiva dei dipendenti dopo due anni di pandemia.

Il caso Pinterest

L’ultimo caso quello di Pinterest, una delle piattaforme social più longeve in Rete, con oltre 460 milioni utenti, sede a San Francisco (California) e oltre duemila dipendenti tra Stati Uniti, Sudamerica ed Europa. Qualche giorno fa, la dirigenza ha deciso di concedere un venerdì libero alla sua forza lavoro, annunciandolo sui profili social. Concesso quindi un weekend lungo, parte di una strategia della distensione per affrontare le scorie accumulate nei mesi anche a causa del Coronavirus. Pinterest ha preparato un programma specifico per il rigeneramento dei suoi lavoratori: si chiama Pintentions e prevede un ventaglio di opzioni per aiutare a rilassarsi, inclusa una playlist ad hoc su Spotify, curata da due dipendenti.

I dati

Dunque, il valore del relax. Curare il corpo, il fisico, tra divertimento e riposo. Perché lo stress psicologico da lavoro legato alla pandemia preoccupa parecchio le aziende, anche per la resa della forza lavoro, segnata da un lungo periodo di restrizioni. Uno studio recente di Deloitte ha mostrato che i dipendenti delle aziende pur disponendo di un certo quantitativo di ferie, sono restii a consumarle, un dato frequente anche prima della pandemia. Mentre il 75% dei dipendenti durante l’era Covid-19 sta vivendo una fase di esaurimento, con il rischio depressione aumentato del 102% per i lavoratori, che arriva a +305% nella fascia 20-39 anni.

Le iniziative di Nike, Bumble e LinkedIn

A fine agosto Nike ha offerto ai dipendenti una settimana extra a casa, prima del rientro in ufficio. Do not work, non lavorate, la lezione da mandare a memoria imposta da Matt Marrazzo, manager della divisione marketing della sede centrale dell’azienda, in Oregon. L’applicazione di dating al femminile, Bumble, aveva concesso sette giorni (retribuiti) di tempo libero ai suoi dipendenti a giugno. La stessa strategia adottata da Linkedin ad aprile, congedo extra retribuito per evitare che l’esaurimento delle energie fisiche, ma soprattutto nervose, producesse danni sul posto di lavoro.

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