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La guerra aperta tra Trump e i social

È ormai diventata una questione di principio. E soprattutto una necessità, per avere una finestra virtuale e non perdere contatto con il suo elettorato. L’isolamento sui social di Donald Trump va avanti e l’ex presidente degli Stati Uniti ha recentemente fatto ricorso a un giudice federale, a Miami, per la riattivazione del suo popolarissimo profilo (89 milioni di seguaci) su Twitter. Un refresh per riallacciare i contatti con gli utenti sul suo strumento di propaganda preferito, curato in prima persona, che ha assai contribuito cinque anni fa all’affermazione elettorale per l’accesso alla Casa Bianca.

L’affondo contro Twitter

Dunque, ingiunzione verso Jack Dorsey, il Ceo di Twitter e contro l’azienda per presunta violazione del Primo Emendamento della Costituzione americana. L’uscita forzata di Trump da Twitter è avvenuta lo scorso gennaio, dopo la violenta rivolta di Capitol Hill aizzata dall’ex numero uno della White House. Nel contenuto dell’ingiunzione c’è riferimento al potenziale danno “irreparabile”, secondo Trump, causato dal bando su Twitter per il partito repubblicano americano in vista delle elezioni del 2024. Insomma, Twitter serve non a lui, ma al destino dei conservatori americani.

Odysey e Dlive, l’ultradestra americana nei videogames

L’alleanza tra colossi del tech batte il potere da diversi mesi, almeno negli Stati Uniti. Dopo Capitol Hill, Trump infatti è ancora sospeso sulle altre piattaforme social più seguite. Il bando su YouTube per esempio è a tempo indeterminato, mentre la decisione definitiva per il reintegro o meno su Facebook avverrà a gennaio 2023. Sarà Zuckerberg a decidere, ma è Twitter lo spazio vitale preferito da Trump per la sua comunicazione aggressiva e spesso provocatoria, il blog aperto e chiuso dopo un mese, From The Desk of Donald J. Trump, è stato solo un palliativo per The Donald. In ogni caso, l’assenza di Trump sulla scena virtuale non chiude la bocca alla propaganda razzista e alle posizioni estremiste. Anzi, l’ultradestra americana, come provato da un’indagine sulla Bbc, prova a convergere nei videogames. Sono stati infatti rivenuti messaggi antisemiti, omofobi su diverse piattaforme della nuova galassia di destra, tra cui DLive e Odysee (considerato lo YouTube di destra e che aveva accettato l’iscrizione di Trump a gennaio) e Roblox, dove gli utenti trasmettono e chattano su giochi assai popolari tra i giovanissimi, come Minecraft, oppure Call of Duty.

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