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Green pass, un no ‘religioso’

Quando la ragione non riesce più a farsi valere, in genere, iniziano i problemi. È quello che sta succedendo con il dibattito surreale che si alimenta intorno al green pass. Evidentemente, gli strumenti che aiutano la ragione a esprimersi, le idee comunicate attraverso le parole, hanno perso il loro potere.

La sequenza logica che ha portato al green pass è apparentemente semplice e lineare. C’è una malattia che diventa un’epidemia e poi una pandemia. Muoiono milioni di persone nel mondo. Arrivano i vaccini, che aiutano a ridurre i contagi e, soprattutto, i morti. Per attestare l’avvenuta vaccinazione, nasce il green pass. Uno strumento che viene usato per consentire alla vita sociale, economica e culturale di tornare progressivamente alla normalità. Di questo stiamo parlando, di una banale successione di fatti e conseguenze. Razionalmente finisce qui. Non c’è spazio né motivo per dividersi, per creare fazioni, per contrapporsi.

Eppure, sul green pass non solo ci si divide ma non si riesce neanche più a comunicare. Ogni volta che ci si confronta con un no green pass si finisce in un’altra dimensione e inevitabilmente la relazione si interrompe. Succede perché ai fatti, e alle loro conseguenze, si contrappongono gli atti di fede, con un approccio che non è più razionale ma ‘religioso’. Gli apici servono a puntualizzare che si sta parlando di una similitudine che nulla vuole togliere alla dimensione religiosa.

Quando si dice ‘Covid non esiste’ oppure ‘Covid non produce morti’ si esce dallo spazio della ragione. Se si crede in questa cosa, si sceglie un’altra strada. Quando si dice ‘il vaccino non serve’ oppure ‘il vaccino fa male’ si deve necessariamente arrivare a citare una qualche scrittura da sacralizzare, nonostante sia fake news. Quando ci si schiera contro il green pass, un QR code, si deve trovare il modo per renderlo un simbolo del male. Fino a evocare la persecuzione, la compressione della libertà, e a proclamarsi depositari di una verità rivelata.

Il movimento no green pass ha i suoi dogmi, i suoi riti collettivi, i suoi profeti. E la ragione è costretta ad abdicare, sperando che la ‘nuova religione’ non faccia troppi proseliti.

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