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Pensioni, pressing di Salvini. Dubbi Cgil su ‘quota 102-104’

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A pochi giorni dal varo della manovra in Consiglio dei ministri, è ancora il nodo delle pensioni – e soprattutto quello del superamento di Quota 100 – a infervorare il dibattito. Matteo Salvini lo ha scelto come terreno per rivendicare il peso della Lega all’indomani della batosta elettorale alle amministrative. E ora torna in pressing sul presidente del Consiglio. Il leader del Carroccio – impegnato oggi a Palermo per il processo Open Arms – fa sapere di avergli scritto e di essere pronto a incontrarlo “quando vuole”.

“A me non interessa la forma, mi interessa la sostanza“, ” sarebbe un errore rifinanziare il reddito di cittadinanza e tagliare le pensioni”, dice. “Se non vuoi chiamarla Quota 100 va bene, l’importante – sottolinea – è che dal primo gennaio non ci siano scalini o scaloni o riavvicinamenti alla Fornero e che venga garantito il diritto alla pensione, alle donne, ai lavoratori usuranti, ai dipendenti delle piccole e medie imprese. Leggere di tre o cinque anni di scaloni dal 2022 in avanti non è assolutamente utile in un paese che si sta rialzando”.

Il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, invita a smettere di utilizzare il tema delle pensioni per “propaganda”. “Mi sembra – spiega – che l’obiettivo su cui bisogna ragionare è eliminare le distorsioni che si sono create con ‘quota 100’, che non era il superamento della Fornero, vorrei ricordare: era una parentesi, una finestra per alcuni fortunati”.

A suo giudizio “dobbiamo invece temperare la Fornero a favore dei lavoratori che sostengono lavori più gravosi, che hanno avuto meno opportunità di continuità contributiva, e delle donne che sono state duplicemente gravate nella loro carriera per una difficoltà di conciliazione tra tempi della famiglia e tempi di lavoro”.

Ma sull’ipotesi del governo sollevano dubbi anche dal fronte sindacale. Secondo un’analisi dell’osservatorio Previdenza della Fondazione Di Vittorio e della Cgil nazionale, infatti, “quota 102 e 104, tra il 2022 e il 2023, coinvolgerebbe solo 10 mila persone circa.

Una stima – si legge in una nota – che è stata ricavata proiettando nel prossimo biennio i dati relativi a chi ha usufruito finora di quota 100 e assumendo i nuovi vincoli anagrafici previsti dalla nuova norma: 64 e 66 anni.

”Dai nostri studi – afferma Ezio Cigna, responsabile Previdenza pubblica della Cgil nazionale – sarebbero 8.524 le persone coinvolte nel 2022 e 1.924 nel 2023, visto che molti dei soggetti che potrebbero perfezionare quota 102 nel 2022 e quota 104′ nel 2023 hanno gia’ il maturato il requisito di quota 100 al 31 dicembre 2021″.

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