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Lavoro, l’82% crede che l’AI sia utile allo sviluppo professionale

Dopo aver affrontato una pandemia che ha lasciato un senso di solitudine e di disconnessione nella vita di tutti, oggi le persone si rivolgono ai robot, ovvero all’Intelligenza artificiale, per il loro sviluppo professionale: è quanto emerge da un nuovo studio condotto da Oracle e Workplace Intelligence, società di ricerca e consulenza nel settore risorse umane.

La ricerca, che ha coinvolto oltre 14.600 tra impiegati, manager, responsabili Hr ed executive e C-Level di 14 paesi, svela che i lavoratori di tutto il mondo si sono sentiti bloccati a livello personale e professionale, ma ora sono pronti a riprendere il controllo del loro futuro.

Quali problemi emergono

L’80% degli interpellati riferisce di un impatto negativo dovuto agli eventi dell’ultimo anno: molti hanno problemi finanziari (29%); hanno visto declinare il loro benessere o la loro salute mentale (28%); hanno perso motivazione sul lavoro (25%); si sono sentiti disconnessi dalla loro vita (23%).

Il 62% dichiara che il 2021 è stato l’anno lavorativo più stressante mai vissuto finora. Oltre la metà (52%) ha avuto maggiori difficoltà legate al benessere mentale sul lavoro nel 2021 – rispetto al 2020.

La quantità di persone che sentono di avere poco o nessun controllo sulle loro vite professionali e personali è più che raddoppiata dall’inizio della pandemia. Gli interpellati nella ricerca segnalano di aver perso controllo sul proprio futuro (43%), sulla vita personale (46%), sulla carriera (41%) e sulle relazioni (59%).

Il 75% delle persone si sente bloccata a livello personale e professionale, è ansiosa rispetto al futuro (31%), si sente intrappolata nella stessa routine (27%) e si sente sola come non mai (26%).

Il desiderio di cambiare

Nonostante le difficoltà dell’ultimo anno, le persone desiderano cambiare le loro vite professionali.

Il 93% ha usato l’ultimo anno per riflettere sulla propria vita e l’88% ha dichiarato che il significato del termine “successo” è cambiato, per loro: ora le priorità sono l’equilibrio tra vita e lavoro (42%), il benessere mentale (37%) e la flessibilità lavorativa (33%).

Il 75% si sente bloccato professionalmente, perché non ha opportunità di crescita per un avanzamento di carriera (25%) e si sente troppo oberato per pensare di apportare un qualsiasi cambiamento (22%)

Il 70% delle persone dichiara che questo sentirsi bloccati professionalmente ha avuto un impatto anche sulla vita personale, causando ulteriore stress e ansietà (40%), contribuendo a farli sentire bloccati anche a livello individuale (29%) e a distogliere l’attenzione dalla vita personale (27%).

L’83% è pronto a cambiare, ma il 76% dichiara di dover affrontare grandi ostacoli: i principali ostacoli sono l’instabilità economica (22%), il non sapere quale cambiamento professionale abbia senso fare, per loro (20%), non vedere opportunità di crescita nella propria azienda (20%), non sentirsi abbastanza sicuri per cambiare (20%).

Guardando al 2022, lo sviluppo professionale è al primo posto per molti, che sarebbero disponibili a rinunciare a benefit come ferie (52%), bonus monetari (51%) e perfino parte del salario (43%) pur di avere nuove opportunità di carriera.

In ogni caso, ben l’85% della forza lavoro globale non è soddisfatta di come è supportata dalla propria azienda. Si desidera che le organizzazioni offrano più possibilità di formazione e di sviluppare competenze (34%), salari più elevati (31%) e opportunità di coprire nuovi ruoli in azienda (30%).

L’aiuto della tecnologia

I lavoratori di tutto il mondo hanno fame di nuove competenze e cercano aiuto nella tecnologi.

L’85% degli interpellati nello studio vuole che la tecnologia AI li aiuti a definire il loro futuro: per identificare le competenze che hanno bisogno di sviluppare e proporre modi per acquisirle (36%) o per suggerire passi da compiere per perseguire gli obiettivi di carriera (32%)

Il 75% delle persone farebbe dei cambiamenti nella propria vita sulla base di raccomandazioni ottenute da strumenti basati sull’AI

L’83% ritiene che queste tecnologie AI siano un miglior supporto, rispetto a un essere umano, per quanto riguarda le scelte di carriera, perché danno raccomandazioni non influenzate da bias/pregiudizi (37%), rispondono velocemente (33%) e aiutano a trovare nuove posizioni lavorative in linea con le competenze possedute (32%).

L’87% degli interpellati pensa che l’azienda in cui lavora dovrebbe ascoltare di più i suoi bisogni e il 55% afferma che resterebbe più probabilmente fedele a un’azienda che usi tecnologie AI per supportare lo sviluppo di carriera.

“L’ultimo anno e mezzo ha cambiato il modo di lavorare, il luogo in cui lavoriamo e – per molte persone – anche il datore di lavoro. Aziende e lavoratori hanno affrontato molte sfide ma questo ha creato anche l’opportunità di migliorare” ha commentato Dan Schawbel, managing partner, Workplace Intelligence. “I risultati della ricerca con Oracle evidenziano chiaramente che investire nello sviluppo professionale e in competenze è un fattore differenziante per i datori di lavoro, perché gioca un ruolo rilevante nel definire come i loro dipendenti possono riavere il controllo della loro vita personale e professionale. Le imprese che investono sulle persone e le aiutano a trovare opportunità potranno godere dei vantaggi di avere una forza lavoro coinvolta e produttiva”.

“L’ultimo anno ha cambiato il corso del futuro del lavoro. A sorpresa, tra tanto stress, ansia e solitudine a causa della pandemia, le persone hanno ritrovato la loro voce, sono diventate più attive e ora chiedono ciò che desiderano” ha detto Yvette Cameron, senior vice president, Oracle Cloud HCM. “Il cambiamento nel mondo del lavoro ha cambiato il modo in cui le persone pensano al successo e ridefinito le loro aspettative in termini di supporto da parte dell’azienda. Per attrarre i talenti e trattenerli bisogna dare priorità a come identificare e sviluppare nuove competenze, e offrire alle persone percorsi professionali personalizzati che le aiutino a riprendere il controllo della loro carriera”.

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