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Fintech, settore in crescita grazie a fattori ESG e donne

Innovazione finanziaria e innovazione tecnologica viaggiano sullo stesso binario, quello del Fintech. Un mondo sfaccettato e articolato, che non si limita al solo ambito bancario, ma che al contrario si riempie di diversi attori e protagonisti: lo sviluppo tecnologico si traduce infatti in nuovi modelli di business, processi o prodotti, in nuovi operatori di mercato.

Il Fintech è quindi a tutti gli effetti parte integrante delle economie nazionali e della vita di milioni di individui, anche in virtù della spinta che ha ricevuto il digitale dall’esperienza pandemica, soprattutto per quanto riguarda il comparto dei pagamenti. Questo dato lo riporta l’Italian Angel for Growth (IAG) Index, che esamina i progetti imprenditoriali ricevuti da IAG, valutati per un possibile investimento da parte dei soci, sulla base di specifici criteri di analisi. .

Da queste analisi, condotte nell’arco di 12 mesi su un campione di 477 startup, emergono due rilievi piuttosto interessanti.

Fintech sostenibile: i fattori ESG

Il primo riguarda un fattore che, seppur nuovo, è già capace di definire con decisione la fisionomia delle aziende: il fattore ESG, che sta per Environmental, Social and Governance e si riferisce ai tre elementi centrali nella misurazione della sostenibilità di un investimento.

Questo approccio deriva dal concetto di “Triple Bottom Line”, noto anche come “Persone, Pianeta e Profitti” (PPP), secondo cui le aziende non dovrebbero concentrarsi solo sui “Profitti”, ma su ciascuna delle tre “P”, altrettanto essenziali per la sostenibilità di qualsiasi impresa commerciale. Il concetto è nato negli anni ’90 e si è poi evoluto nei fattori ESG, oggi caposaldo dell’investimento sostenibile e responsabile (Sustainable and Responsible Investing, SRI).

Infatti, il Fintech negli ultimi anni ha aumentato esponenzialmente l’attenzione rivolta a questi fattori, tanto che, ad oggi, sono incorporati dalla maggior parte delle startup. Stando alle analisi dello IAG Index, il Fintech si posiziona tra i settori in cui è maggiore la crescita dell’attenzione rivolta a tematiche ESG, dando un bello stacco a numerosi altri settori, tra cui ed esempio il Digital (25% vs 14%).

Donne nelle startup

Il secondo rilievo riguarda invece la presenza femminile all’interno delle startup Fintech esaminate: negli ultimi 12 mesi si è verificato un sostanziale aumento delle “quote rosa” nei team. Se infatti nel 2020 solo il 25% delle startup aveva almeno una donna nella propria squadra, nel 2021 sono diventate il 35%, dunque più di una startup su 3.

E gli stadi di sviluppo di queste società – dove si trova almeno una donna tra i fondatori – seguono la stessa linea di incremento: di queste, nel 2020, solo il 22,7% arrivava a fatturare, mentre nel 2021 il numero di startup capace di raggiungere il cosiddetto product-market fit è del 35%.

Afferma Carlo Tassi, presidente di Italian Angels for Growth, che “IAG si conferma come osservatorio privilegiato e catalizzatore delle startup seed nei diversi settori di riferimento, con una crescente capacità di attrazione di team al femminile, principalmente nel Fintech e nel Life Science. Questo anche grazie all’impegno profuso dalle socie volto a creare un’industria più diversificata e inclusiva, e alle partnership con associazioni ‘al femminile’ come Angels4Women.”

Più investimenti per il Fintech quindi, non solo perché è il settore del futuro, ma anche per garantire una sempre maggiore presenza di fattori ESG e di apertura di genere nelle sue dinamiche, già evidentemente virtuose.

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