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Superbonus, le truffe e le correzioni in corsa

Superbonus

I superbonus edilizi, 110 e 90% ma anche quelli ordinari per le ristrutturazioni, hanno sostenuto la crescita del pil, hanno portato molti soldi nei bilanci delle imprese, hanno consentito a tanti contribuenti onesti di risparmiare sulle tasse, ma hanno anche aperto una zona grigia in cui le truffe, quasi sempre ai danni dello Stato, hanno trovato terreno fertile. Al punto che il governo Draghi è dovuto intervenire con un decreto per una correzione in corsa, che serve a ristabilire regole meno permeabili all’abuso. L’Agenzia delle Entrate ha certificato frodi per 850 mln di euro in un anno. Considerato che i controlli per loro natura non sono capillari, il valore è chiaramente arrotondato per difetto.

Il fenomeno che si è ingrossato intorno ai superbonus è evidente da mesi, anche solo guardando alla quantità di cantieri aperti appena l’uscita dall’emergenza Covid lo ha reso possibile. Con un’inchiesta pubblicata sul numero di ottobre, abbiamo raccontato quella che abbiamo definitivo ‘la grande abbuffata’.

La quantità di denaro in circolazione e la semplificazione dei passaggi che regolano sia il rapporto tra committente e impresa, sia quelli tra impresa, banche e Agenzia delle Entrate, insieme a una consistente spinta all’attività produttiva hanno prodotto anche larghi spazi di manovra per chi è abituato ad aggirare le leggi e a produrre guadagno facile. Ci sono piccole imprese che hanno visto il fatturato gonfiarsi improvvisamente e ci sono addirittura imprese neonate con una crescita esponenziale, mese su mese. Anche lì dove è tutto legale e non ci sono tecnicamente gli estremi della frode, è possibile che ci sia una crescita troppo rapida, difficilmente sostenibile e presumibilmente pericolosa pensando alla qualità dei lavori che si stanno facendo. Anche perché l’enorme domanda fa ulteriormente salire i prezzi dell’offerta e incentiva le imprese edilizie a passare con estrema disinvoltura da un cantiere all’altro. Basta guardarsi intorno, soprattutto nelle grandi città, per constatare che la quantità di lavori in corso potrebbe aver superato la soglia di guardia.

Poi, c’è il mercato della cessione dei crediti legato ai superbonus. E anche su questo fronte, la stratificazione di intermediazioni di varia natura rischia di rendere un utile strumento finanziario una fonte di appropriazione indebita.

Da qui, l’urgenza di intervenire. Il campanello d’allarme delle frodi accertate dall’Agenzia delle Entrate può anticipare problemi più seri e più ampi. Per questo, nel decreto approvato dal Cdm ci sono la previsione di controlli preventivi da parte dell’Agenzia delle Entrate e procedure più rigorose per il rilascio del visto di conformità, il documento che attesta i requisiti per ottenere i bonus.

Un primo passo necessario, forse tardivo, ma indispensabile per iniziare a governare un boom che potrebbe essere sfuggito di mano.

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