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Greater Bay Area, la sfida cinese alla Silicon Valley

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Un mercato con una popolazione di 86 milioni di persone, maggiore della Germania, distribuita sugli stessi chilometri quadrati della Croazia e con un Pil 2020 di quasi 1.700 mld di dollari: benvenuti nella Greater Bay Area, tra Guangdong, Hong Kong e Macao, che punta a diventare un ambiente di business capace di competere a livello globale. L’obiettivo è superare gli Stati Uniti sulla tecnologia. Ecco una guida per gli imprenditori italiani. La versione completa di questo articolo, a firma di Andrea Rossi, manager esperto di mercati internazionali che vive e lavora ad Hong Kong, è disponibile sul numero di Fortune Italia di novembre 2021.

 

L’ASIA È UN’AVVENTURA DIFFICILE per le Pmi italiane, data la distanza, la frammentazione, le diversità culturali e linguistiche oltre che economiche tra i vari Paesi, e lo stesso tipo di complessità si deve gestire anche affrontando il solo mercato cinese.

 

Inevitabile, quindi, cercare di semplificare, ed è anche per questo che spesso, guardando la Cina, ci si concentra su Shanghai, Pechino e Hong Kong. Pechino, città di contatti e relazioni istituzionali, culturali e politiche. Shanghai, capitale del business soprattutto per i grandi nomi del lusso. Hong Kong, hub internazionale, sede storica dei quartier generali da cui gestire l’Asia e il Pacifico.

 

Il resto è poco conosciuto, ed è un peccato perché ci possono essere ottime opportunità anche in aree meno note, come la Greater Bay Area nel sud della Cina. Immaginate un mercato con una popolazione di 86 milioni di persone, maggiore della Germania, distribuita sugli stessi chilometri quadrati della Croazia e con un Pil 2020 di quasi 1.700 mld di dollari, vicino a quello di Russia e Corea, in rapida e continua crescita per quanto ancora molto differenziato tra le diverse aree.

Ingredienti principali del cocktail sono uno dei principali centri finanziari mondiali (Hong Kong), la nuova Silicon Valley cinese (Shenzhen), un hub di trasporto globale, già sede di headquarter regionali di molte aziende Fortune 500, prospetticamente lanciato verso lo sviluppo di economia digitale e intelligenza artificiale (Guangzhou), e un centro turistico di eccellenza (Macao, capitale mondiale del gambling con un fatturato 7 volte superiore a Las Vegas). Intorno alle 4 ‘core cities’, un cluster di altre 7 città emergenti sebbene non molto conosciute a livello internazionale, specializzate in diversi settori economici tra cui il manufacturing tradizionale e avanzato, il petrolchimico, gli elettrodomestici, l’R&d, il turismo.

 

QUESTO NUOVO MERCATO in fase di costruzione è la Guangdong–Hong Kong–Macao Greater Bay Area, o GBA, oggi la dodicesima economia del mondo, uno dei principali progetti su cui sta lavorando il governo cinese. Si tratta, per arrivare al punto, della costituzione di una mega-regione nel Sud della Cina attraverso la progressiva integrazione di 9 città mainland con le due regioni a statuto speciale di Hong Kong e Macao.

 

Obiettivo è rendere l’area intorno al Pearl River Delta una powerhouse globale in grado di competere a livello mondiale entro il 2035, facendo leva sui rispettivi e diversificati vantaggi competitivi e sulle specifiche specializzazioni delle 11 città per superare le altre più consolidate Greater Bay Area di Tokyo, Londra, New York e San Francisco. Un altro, importante, tassello del secolo cinese. L’idea non è nuova. Originariamente risale al 2015 nell’ambito della Belt and Road Initiative, è stata poi inserita nel 13esimo Piano quinquennale 2016-2020 e ha iniziato ad atterrare sul territorio in modo più visibile a partire dal 2019. Oggi, a Hong Kong e nel Sud della Cina, è un tema di grande attualità, sotto gli occhi di tutti.

 

La versione completa di questo articolo è disponibile sul numero di Fortune Italia di novembre 2021. Ci si può abbonare al magazine di Fortune Italia a questo link: potrete scegliere tra la versione cartacea, quella digitale oppure entrambe. Qui invece si possono acquistare i singoli numeri della rivista in versione digitale.

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