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Tra crypto e big tech, il momento Kodak della finanza

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Le criptovalute corrono e le Big tech preparano metaversi. Le banche reggeranno il colpo? Parla Andrea Baranes (Banca Etica). La versione completa di questo articolo è disponibile sul numero di Fortune Italia di novembre 2021.

KODAK HA REGNATO incontrastata sul mondo della fotografia e delle pellicole del ‘900, sfiorandone il monopolio nei suoi anni migliori. Nel 2012 è arrivato il fallimento e l’amministrazione controllata. In 124 anni di storia l’azienda è passata dalla lunga scalata verso il monopolio di mercato al crollo drastico degli ultimi decenni, causato, come si può immaginare, dall’arrivo delle nuove tecnologie digitali alle quali la storica azienda di Rochester, New York, non ha saputo trovare risposta. Secondo molti esperti, osservatori e giornalisti finanziari il mondo bancario si trova da qualche anno in condizioni simili: un ‘Kodak moment’ durante il quale sarà la capacità di abbracciare le rivoluzioni tecnologiche a determinare chi resterà in piedi.

I trend che caratterizzeranno il futuro si intravedono già: la disintermediazione del mondo finanziario è iniziata con l’avvento del fintech e delle challenger bank, ancora prima che il crypto facesse tremare i polsi alle banche centrali. La blockchain la sta accelerando, da disintermediazione a vera e propria decentralizzazione dei processi decisionali che governano il mondo del credito, attraverso la DeFi, ovvero decentralized finance.

E poi ci sono le criptovalute. Mentre le autorità ancora discutono se chiamarle monete o prodotti d’investimento, nell’Europa occidentale si è formata la più grande economia di criptovaluta al mondo, secondo un rapporto della piattaforma di dati blockchain Chainalysis. La regione ha ricevuto più di 1 trilione di dollari di monete digitali da luglio 2020 a luglio 2021, il 25% dell’attività globale. Si è registrato inoltre un boom delle transazioni sopra i 10 mln di dollari, passate da 1,4 mld di dollari a luglio dello scorso anno a 46,3 mld di dollari a giugno 2021.

UN BOOM MULTI-TECNOLOGICO

Allo stato attuale questa esplosione multi-tecnologica è un rischio per le banche? “Sì”, secondo Andrea Baranes, vice presidente di Banca Etica. “Le banche sono ancora in posizione di forza sui business tradizionali”, ma i fattori da tenere d’occhio sono semplicemente troppi.

Ad esempio il ruolo dei grandi del tech come Facebook, che ancora sta lavorando sulla sua stablecoin, Diem, che potrebbe avere un ruolo nella creazione del prossimo ‘metaverso’ di Zuckerberg. Un metaverso che includerebbe anche servizi finanziari, e che avrebbe un impatto difficilmente immaginabile: “Parliamo di un soggetto che ha un miliardo e mezzo di clienti potenziali”, ricorda Baranes.

Intanto, le banche centrali “stanno ragionando su come gestire le criptovalute. L’euro digitale a cui sta lavorando la Bce in effetti potrebbe anche facilitare l’avvicinamento di tutta quella clientela non nativa digitale: nel momento in cui c’è un coinvolgimento della banca si può portare più facilmente anche il pubblico meno giovane verso queste nuove tecnologie”.

GLI EFFETTI SUI CONSUMATORI

Una delle conseguenze della trasformazione del settore bancario infatti riguarderà (e sta già riguardando) gli effetti sui consumatori, ricorda Baranes: il paragone tra Kodak e le banche potrebbe rivelarsi fuorviante se si considera che tra i consumatori del mondo finanziario c’è una componente più marcata di “inerzia”, dal punto di vista del mutamento delle routine finanziarie.

 

La versione completa di questo articolo è disponibile sul numero di Fortune Italia di novembre 2021. Ci si può abbonare al magazine di Fortune Italia a questo link: potrete scegliere tra la versione cartacea, quella digitale oppure entrambe. Qui invece si possono acquistare i singoli numeri della rivista in versione digitale.

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