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Non solo la Juventus, il calcio sopra le sue possibilità

Le responsabilità della Juventus, e dei suoi massimi dirigenti, vanno accertate fino in fondo. Valutando le conseguenze penali, se ci saranno, e quelle sportive, che seguono ovviamente percorsi e giurisdizioni diverse. Dal punto di vista finanziario, è indispensabile accertare se ci siano o meno fatturazioni false o informazioni scorrette al mercato, visto che la società è quotata in Borsa. Quanto al gioco delle plusvalenze, si tratta di capire quale sia stato il ricorso a operazioni fittizie, necessarie a far tornare i conti in bilancio, nonostante la flessione dei ricavi.

Il dato di contesto che emerge è che il calcio, e questo non vale solo per la Juventus, ha continuato a vivere sopra le sue reali possibilità economiche. Anche quando lo stop imposto da Covid, i mesi senza tifosi negli stadi e la contrazione degli introiti dalle sponsorizzazioni avrebbero suggerito una maggiore cautela.

Per i top club questo ha voluto dire trovarsi a un bivio: ricorrere a grosse iniezioni di capitale o, in alternativa, ridimensionare le ambizioni sportive. Quasi tutti hanno scelto di percorrere entrambe le strade, cercando un equilibrio fra le abitudini del passato e le esigenze del presente. Se le indagini in corso confermassero le ipotesi investigative, la Juventus (insieme, a quanto sembra, ad altre squadre) avrebbe scelto una terza via: gonfiare le plusvalenze o, addirittura, costruirne alcune false.

Le alchimie contabili si sommano a un progetto che solo apparentemente sembra in contraddizione, la Superlega. Poteva essere, nei calcoli dei dirigenti della Juventus, la soluzione del problema. Basta pensare alle condizioni economiche di altre grandi d’Europa, a partire dal Barcellona, per capire quale fosse la reale posta in gioco con ‘il torneo dei ricchi’, osteggiato dall’Uefa, dai tifosi in tutta Europa e ora anche dalla Commissione Ue: gonfiare i ricavi, attraverso grandi sponsorizzazioni e diritti televisivi ricchissimi. Una via d’uscita per uscire da una gestione ‘drogata’, ripulendo rapidamente bilanci sovraccarichi di plusvalenze? L’ipotesi appare fondata, soprattutto alla luce di quello che sta emergendo.

Servono regole più stringenti e uguali per tutti. E in un calcio globalizzato è l’Uefa che deve muoversi con decisione. Il fair play finanziario è uno strumento che ha dimostrato di non funzionare e creare le condizioni per un calcio più sano da un punto di vista economico deve diventare una priorità assoluta.

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