NF24
Cerca
Close this search box.

Ue, la crescita è costante ma attenzione ai rischi

Eurostat, l’Istituto di Statistica europeo, conferma le stime flash sul Pil in Ue e nella zona euro pubblicate lo scorso novembre e relative al terzo trimestre 2021. Nei 19 Paesi di Eurolandia il prodotto interno lordo è aumentato del 2,2 % dopo il 2,2 registrato nel secondo trimestre, mentre nei Ventisette si registra un +2,1%, anche in questo caso sulla stessa linea della stima precedente. Rispetto a un anno fa l’Ue si attesta su un +3,9% e un +4,1%. Il tasso di occupazione è aumentato dello 0,9% nelle due aree rispetto al secondo trimestre dopo un +0,8% del periodo che va da aprile e giugno.

Eurostat non rileva sostanziali cambiamenti tra il secondo e il terzo trimestre, segno che la crescita è costante. E il tema è centrale per la Commissione di Bruxelles e per gli esecutivi degli Stati Membri. Il Fondo Monetario Internazionale ha già avvertito che probabilmente il prossimo gennaio verranno riviste al ribasso, anche se “modestamente”, le previsioni 2021-2022 per l’eurozona, adesso ferme al 5 % e al 4,3. La crescita senza dubbio c’è ma ci sono alcune questioni su cui Bruxelles vorrebbe maggiore cautela. Si tratta della politica economica di tipo espansiva imperniata principalmente sull’aumento della spesa pubblica e sulla riduzione della tassazione. Due cardini delle politiche economiche dei Paesi che si sono trovati a fronteggiare una crisi senza precedenti e fattori base per privilegiare aumento della produzione, dell’occupazione e dei redditi. L’Eurogruppo, che riunisce i ministri finanziari degli Stati che adottano l’euro, ha già manifestato, un po’ sulla scia di quanto detto anche dal Fmi, la preoccupazione per l’alto debito che alcuni Stati più di altri stanno accumulando. Il riferimento è soprattutto a Paesi come l’Italia, già reduci prima dell’ondata pandemica da conti pubblici in negativo. “Una politica di bilancio prudente” è quello che chiedono tutti: Commissione ed Eurogruppo.

Ci sono poi da calcolare i rischi dell’inflazione. Non tutti sono convinti che sia solo un problema di politica monetaria. Anzi, mai come in questa fase la stabilità dei prezzi tocca da vicino le scelte di politica economica. In ogni caso, l’aumento dei prezzi al consumo è in cima alle preoccupazioni dei governi, non solo dei vertici delle Banche centrali.

Le stime dei prossimi mesi sul livello dei rincari nei singoli Stati membri, e in generale in Ue, ci diranno quanto davvero ‘transitorio’ sia il fenomeno al netto dei prezzi di alcuni beni, come quelli energetici, su cui ad oggi non è possibile fare previsioni. Intanto oggi l’Ecofin, Il Consiglio dei Economia e Finanza, che ha competenza anche in tema di fiscalità, ha emanato una nuova direttiva sull’aliquota Iva aggiornando le liste dei beni e dei servizi sui quali gli esecutivi nazionali possono ridurre l’imposta. Sono principalmente prodotti che riguardano la salute – ad esempio le mascherine protettive sanitarie – ma anche l’ambiente e il settore digitale. Riduzioni dovrebbero essere applicate anche su altre tipologie di servizi e l’accesso a internet è tra questi.

Si opera dunque su più fronti, compreso quello della detassazione. Tuttavia, per favorire la ripresa un’attenzione particolare dovrà essere riservata agli investimenti da far decollare con i progetti previsti dai singoli Piani di Ripresa e avviati nell’ambito del Next Generation Eu. Risorse ingenti, tra finanziamenti a fondo perduto e prestiti, su cui sarà necessario fare affidamento per fare la differenza. Più di quanto si faccia sui fondi di spesa previsti nei bilanci statali.

ABBIAMO UN'OFFERTA PER TE

€2 per 1 mese di Fortune

Oltre 100 articoli in anteprima di business ed economia ogni mese

Approfittane ora per ottenere in esclusiva:

Fortune è un marchio Fortune Media IP Limited usato sotto licenza.