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I benefit più richiesti dai lavoratori italiani nel 2022

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La pandemia ha cambiato le necessità dei dipendenti, e le imprese devono prontamente rispondere a queste nuove esigenze. Una chiave che le imprese potrebbero usare è quella dei benefit aziendali. Una ricerca svela quali saranno i più richiesti dagli italiani nel 2022.

Secondo una ricerca della società di consulenza americana Forrester, ripresa dalla testata specializzata HRO Today, il 79% dei dipendenti si aspetta un ampliamento del programma di benefit aziendale per il nuovo anno e il 68% ha affermato di utilizzarli maggiormente rispetto al periodo pre Covid-19.

Un segnale chiaro di come questi servizi possano rappresentare una nuova opportunità per i datori di lavoro: ma quali sono i benefit che i lavoratori italiani vorrebbero trovare sotto l’albero per il 2022?

Secondo una ricerca di Harris Interactive per Sodexo Benefits & Rewards Services Italia, i premi immediati sono in testa a questa speciale classifica con il 36%, seguiti dai buoni pasto con il 30%. La ricerca “Worklife during the time of pandemic – Wave 5 – June 2021” è stata condotta da Harris Interactive per Sodexo su un campione di 4800 lavoratori intervistati online provenienti da 8 Paesi (Australia, Cina, Francia, Germania, Italia, Spagna, Inghilterra, USA) tra l’11 e il 21 giugno 2021. Il quadro nazionale ha incluso le seguenti caratteristiche: sesso, età, professione e città.

Ecco la classifica dei 10 benefit più richiesti dai lavoratori italiani per il 2022, secondo la ricerca:

1 – Premi immediati (36%)

2 – Buoni pasto (30%)

3 – Bonus a lungo termine (24%)

4 – Assicurazione medica (23%)

5 – Mensa aziendale (23%)

6 – Benefit finanziari (es. fondo pensione, assicurazione sulla vita) (22%)

7 – Agevolazione per gli abbonamenti dei mezzi pubblici (20%)

8 – Programmi di formazione per i lavoratori (20%)

9 – Flessibilità lavorativa (17%)

10 – Macchina aziendale (17%)

“Il mondo del lavoro sta attraversando una radicale trasformazione, spinta da innovazione, voglia di sostenibilità e digitalizzazione: le priorità dei dipendenti sono cambiate e tutte le aziende si trovano davanti ad un grande opportunità di rinnovamento sia per soddisfare le nuove esigenze dei propri collaboratori, ma anche per attrarre i migliori talenti e contrastare allo stesso tempo il dilagare delle dimissioni, trend globale ribattezzato Great Resignation – afferma Florent Lambert, CEO di Sodexo Benefits & Rewards Services Italia – A parità di trattamento salariale e responsabilità lavorative, infatti, i benefit aziendali come il buono pasto rappresentano il secondo driver di preferenza degli italiani (48%) per chi sta cercando un nuovo lavoro. Un tema questo sempre molto sentito nel nostro Paese visto che il 45% dei dipendenti ritiene che l’azienda non offra servizi di benefit aziendali sufficienti. In questo senso la pandemia sta offrendo un’opportunità di cambiamento e di rinnovamento di modelli produttivi ormai superati”.

Se allarghiamo l’orizzonte e analizziamo diversi mercati europei e internazionali è possibile notare delle differenze sostanziali tra i lavoratori delle varie nazioni. L’attenzione al buono pasto come benefit non è prerogativa soltanto degli italiani (di cui sono il secondo popolo più affezionato al mondo dietro solo ai francesi), visto che è in seconda posizione (con il 32% delle preferenze) anche proprio per i transalpini, sempre dietro i premi/bonus immediati (al 35%) che dominano le classifiche di tutte le nazioni eccetto la Spagna: nel paese iberico, infatti, il benefit preferito è l’assicurazione medica privata con il 30% seguito a soli 2 punti percentuale dai benefit finanziari. In UK, invece, è molto apprezzata la flessibilità lavorativa con il 24% delle preferenze mentre in Germania la mensa aziendale incontra le preferenze del 26% dei dipendenti. A livello internazionale si segnala che i lavoratori cinesi apprezzano in modo particolare che l’azienda si faccia carico del costo dell’abbonamento dei mezzi di trasporto per raggiungere l’ufficio (32%), mentre negli Stati Uniti i benefit riguardanti il benessere del lavoratore (termine inteso nelle due accezioni di fisico e mentale) raggiungono il 28%.

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