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Roma, procura C.Conti Lazio apre fascicoli su Ipa e gestione Tari

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La procura della Corte dei conti per il Lazio ha aperto due fascicoli per valutare ipotesi di responsabilità patrimoniali per la gestione di alcuni servizi ed enti del Campidoglio. Il primo riguarda l’Ipa di Roma e il secondo la gestione della Tari nella Capitale.

Lo scandalo dell’Istituto di patronato dei circa 28.000 dipendenti del comune di Roma e delle partecipate, in pratica l’Inps dei dipendenti capitolini, è già arrivato sulle pagine dei giornali. L’Ente commissariato da anni è stato coinvolto in alcuni episodi di cattiva gestione.

Oltre a garantire le pensioni l’Ipa svolge alcune funzioni di carattere assistenziale, in materia sanitaria ed erogando contributi, anche ai familiari, allo studio o in caso di morte dell’iscritto. In ultimo l’Ipa svolge un servizio di credito ai dipendenti. Ed è proprio in questo settore che sono venute alla luce pratiche poco edificanti. Dalle vicende raccontate da alcuni giornali, in buona sostanza, emerge una gestione poco attenta ai meriti di credito dei dipendenti finanziati, con mutui che vengono rimborsati con altri mutui, ovviamente di maggior importo, malgrado il richiedente non fosse in grado di pagare le rate di minore importo. Una gestione dei recuperi non proprio attenta. Ma anche pratiche poco ortodosse nella gestione del personale, che in alcuni casi, sarebbe sato destinatario di bonus fuori mercato.

L’Ipa è commissariato dal maggio del 2017 ed è stato affidato alle cure del professore Fabio Serini, riconfermato dal 2018 fino ai giorni nostri dalla sindaca Virginia Raggi. Prima di Natale il nuovo sindaco Roberto Gualtieri lo ha sostituito con l’avvocato Fabio Borgognoni.

L’altro fascicolo aperto dalla procura di Roma riguarda la Tari, la tassa che commercianti ed esercenti pubblici, in primis ma non soli, sono chiamati a pagare. La gestiscono il Comune e l’Ama, la municipalizzata per la raccolta dei rifiuti, e come è noto gli introiti dovrebbero servire a finanziare alcuni servizi, come la pulizia delle strade. È altrettanto noto che a Roma l’evasione per questa tassa è elevatissima e causa tariffe stellari. Evasione diffusa e addirittura sfacciata. La sindaca Raggi nel 2019 scoprì che anche molti ministeri non pagavano la Tari creando nei bilanci del Comune un arretrato per oltre 100 milioni.

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