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Gli Usa vietano le importazioni di gas e petrolio russo

Era nell’aria da giorni ma ora è ufficiale: il presidente americano joe Biden ha deciso di vietare le importazioni di petrolio e gas naturale dalla Russia. Una mossa che arriva a prescindere da quello che sarà l’atteggiamento degli alleati europei, ancora divisi. Si tratta, ha detto, del “più importante pacchetto di sanzioni mai approvato nella storia” e “sta danneggiando l’economia russa, ora un rublo vale meno di un penny”.

In linea con con l’America, si schiera invece la Gran Bretagna che secondo Bloomberg è pronta a mettere in campo una misura simile. Il divieto del governo di Londra dovrebbe riguardare solo il greggio e non il gas e comunque avvenire per gradi, in modo da dare tempo ai mercati per assorbire lo shock.

Gli Stati Uniti agiranno comunque mantenendo un rapporto di “stretta consultazione” con gli alleati europei, che dipendono maggiormente dalle forniture energetiche russe. Le nazioni europee hanno affermato che intendono ridurre la loro dipendenza dalla Russia per il fabbisogno energetico. Ma riuscire a farlo senza paralizzare le loro economie richiederà probabilmente del tempo. Il gas naturale proveniente dalla Russia rappresenta infatti un terzo del consumo europeo di combustibili fossili. Gli Stati Uniti invece non importano gas naturale russo.

Anche come reazione alle voci, già ieri il vice premier russo ha fatto sapere che Mosca potrebbe decidere di tagliare le forniture di gas come reazione “corrispondente”.

Una minaccia che potrebbe rimanere solo sulla carta, visti i guadagni che le esportazioni di gas danno a Mosca. Tuttavia, intanto, la Commissione europea ha presentato uno schema di piano, nominato ‘RePOwerEu’, che punta a rendere il Continente indipendente dai combustibili fossili russi ben prima del 2030, a cominciare dal gas. Il piano delinea anche una serie di misure per rispondere all’aumento dei prezzi dell’energia in Europa e per ricostituire le scorte di gas per il prossimo inverno.

“Abbiamo un piano di emergenza da mettere in campo nel caso in cui dovesse esserci un’interruzione totale dell’arrivo di gas dalla Russia” che prevede “venga rimpiazzato parzialmente dalle consegne di altri fornitori, sostituendo il gas naturale con altre fonti energetiche”, ma anche compensando lo stop alle forniture da Mosca con “una maggiore efficienza energetica”, dunque “risparmiare è la parola chiave”, ha dichiarato la commissaria europea all’Energia, Kadri Simson.

Biden, come si legge in un articolo su Fortune.com, aveva inizialmente spiegato la sua riluttanza a imporre sanzioni energetiche dicendo che stava cercando di “limitare la sofferenza del popolo americano alla pompa di benzina”.

I prezzi del gas sono in aumento da settimane a causa del conflitto e in previsione di potenziali sanzioni al settore energetico russo. Negli Stati Uniti il prezzo medio è salito di 45 centesimi al gallone nell’ultima settimana e lunedì ha superato i 4,06 dollari, spiega l’auto club AAA.

Secondo Rystad Energy, gli Stati Uniti generalmente importano circa 100.000 barili al giorno dalla Russia, solo il 5% circa delle esportazioni di petrolio greggio. L’anno scorso, circa l’8% delle importazioni statunitensi di petrolio e prodotti petroliferi proveniva dalla Russia. I dati preliminari del Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti mostrano che le importazioni di greggio russo sono scese a zero nell’ultima settimana di febbraio.

Anche prima del divieto deciso Stati Uniti, molte società energetiche occidentali, tra cui ExxonMobil e BP, hanno deciso di tagliare i legami con la Russia e limitare le importazioni. La Shell, che appena qualche giorno fa ha acquistato un carico di petrolio russo, si è dovuta scusare anche a seguito di una serie di critiche internazionali e si è impegnata a bloccare ulteriori acquisti di forniture energetiche russe.

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