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Il regista Milani: “Così il mio ‘Corro da te’ ha battuto Batman”

Il fenomeno del weekend al cinema si chiama ‘Corro da te’. Il film con Pierfrancesco Favino e Miriam Leone, incastonati in una storia d’amore ricca di divertimento, ha incassato 700 mila euro nei primi giorni di uscita in sala e domenica 20 marzo ha addirittura superato The Batman facendo più presenze (41.530 spettatori contro 41.352, dati Cinetel), doppiando addirittura Licorice Pizza di Paul Thomas Anderson in corsa per l’Oscar.

Un risultato eccezionale che il regista Riccardo Milani commenta con Fortune Italia.

Cosa significa questo risultato?

Che il pubblico c’è, e che risponde evidentemente se il prodotto è valido. Il mio approccio da regista è sempre stato molto onesto, penso al pubblico, non faccio il ‘mio’ film mettendomi davanti alla macchina da presa. Certo, lo scelgo con cura e lo difendo. Ma credo che il cinema italiano soffra purtroppo di personalismi autoriali perdendo a volte di vista la realtà. Un pizzico in più di umiltà, tanto lavoro e sincerità sono gli ingredienti che ci hanno portato a battere Batman domenica, in una bellissima giornata di sole e durante il derby Roma-Lazio, che a Roma è qualcosa di sacro….

La scelta di aver aspettato e resistito alle tentazioni delle piattaforme sta pagando?

Ci hanno offerto molti soldi per averlo, il film era fermo da due anni. Ma noi credevamo nelle potenzialità e abbiamo aspettato. È saltato lo scorso anno, è stato spostato rispetto alla precedente data di San Valentino, ora finalmente è uscito e il pubblico lo sta amando. Lo stiamo portando in tournée come fossimo a teatro, ci facciamo tutte le città. Il pubblico in sala è entusiasta. Sembra un primo passo verso la normalità.

Non è vero quindi che il cinema italiano in sala non funziona, men che meno la commedia.

Fino a ora è stato così, fino a Corro da te. Bisogna fare prodotti all’altezza. Corro da te è un adattamento del film francese Tutti in piedi di Franck Dubosc con delle variazioni sul tema e con un carattere, quello di Pierfrancesco Favino, che gioca su registri un po’ diversi rispetto all’originale.

La sala è viva e resiste all’attacco delle piattaforme?

Il pubblico ha bisogno di esclusività e di qualità, non c’è dubbio. Ed è riconoscente, molto più intelligente di quanto si possa pensare.

Quanto sono cambiate le abitudini nella fruizione del film?

Dopo due anni di pandemia e con una guerra in corso la socialità è cambiata, è stata distrutta. Ci siamo scoperti un popolo unito per tre settimane, quando cantavamo sui balconi. Poi ci siamo confinati in un isolamento devastante da cui oggi stiamo scappando, per fortuna. I teatri sono pieni, gli stadi anche, ora la gente tornerà al mare, alla vita. E il cinema deve tornare ad avere il posto che merita, ovvero centrale e principale.

Le piattaforme sono arginabili quindi?

Sì, ma bisogna accordarsi bene, nero su bianco, sin da subito. Io sono per finestre lunghe e lunghissime, 6-8 mesi, un anno, non dico l’anno e mezzo dei francesi ma poco ci manca. È l’unico modo per far sopravvivere la sala. Le piattaforme devono capire che un film che vive in sala acquista un valore assoluto, ben maggiore di averlo in esclusiva in streaming. Con Vision Distribution e Sky, con le quali sto lavorando, c’è collaborazione, andiamo nella stessa direzione. Per Ritorno a Coccia di Morto, il sequel del Gatto in Tangenziale, abbiamo aspettato 5 mesi prima di mandarlo su Sky.

A proposito del Gatto in Tangenziale 2, con oltre 3 milioni di euro è stato il secondo film italiano più visto del 2021 dopo gli youtuber Me contro Te. Uscendo nei giorni dell’obbligo di Green Pass e con la capienza della sala ridotta al 50%.

Avremmo potuto aspettare Natale o uscire in questo periodo, ma ci siamo “immolati” sapendo che avremmo perso molto, considerando che il primo ‘Gatto’, divenuto un cult, superò i 10 milioni di euro. Ma a fine agosto bisognava dare un segnale di ripartenza e dare un film forte alla sala, e noi abbiamo fatto la nostra parte.

Ora che succede?

Che tornando alla normalità tutto andrà meglio. Il cinema italiano deve però dare di più, certi attori devono preservarsi da una eccessiva presenza in tanti film e i produttori devono difendere i loro titoli. L’asticella va tenuta molto alta. E noi intanto continuiamo a portare Corro da te in tutta Italia, adesso dopo le grandi città ci faremo tutti i piccoli centri.

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