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Cosa c’è dietro la richiesta di Putin di pagare il gas in rubli

Dopo essere stato ostracizzato dai Paesi occidentali in seguito all’invasione dell’Ucraina, Vladimir Putin sta cercando di costringere il mondo ad avere nuovamente rapporti con l’economia russa – al diavolo le sanzioni – sfruttando l’unica cosa che l’Occidente compra ancora da Mosca: l’energia.

Il leader del Cremlino ha ordinato che i contratti per il gas con i Paesi che ha definito ‘ostili’ – quelli responsabili delle sanzioni – vengano pagati in rubli anziché in valute estere e ha concesso alla banca centrale russa e ai fornitori di gas come Gazprom una settimana per attuare il cambiamento. Nel terzo trimestre del 2021, circa il 58% delle vendite di gas all’estero di Gazprom erano in euro e un ulteriore 39% in dollari.

Putin ha affermato che le valute estere come il dollaro e l’euro ora sono “compromesse” a causa delle sanzioni: le riserve di valuta estera della Russia detenute nelle banche straniere sono infatti attualmente congelate.

La mossa del presidente russo potrebbe mettere sotto pressione le economie europee, che prendono circa il 40% del loro gas naturale dalla Russia. L’Unione europea non ha posto il veto sul petrolio e il gas russo, sebbene si sia impegnata a ridurre di due terzi le importazioni da Mosca entro la fine dell’anno.

Anche il Giappone, altro Paese ‘ostile’, importa gas naturale liquefatto (Gnl) dalla Russia. Quasi il 9% delle importazioni nel 2021 proveniva da lì, principalmente dal progetto Sakhalin-2 nell’estremo oriente russo. Il Giappone ha escluso un divieto di importazione del gas russo. Giovedì mattina, il ministro delle finanze Shunichi Suzuki ha affermato di non “capire bene” cosa intenda ottenere la Russia dall’ordine di pagare in rubli, né come pensa di attuarlo.

L’ordine di Putin “sembra essere un tentativo di sostenere il rublo costringendo gli acquirenti di gas a comprare la valuta precedentemente in caduta libera”, afferma Vinicius Romano, analista senior di Rystad Energy.

I pagamenti energetici sono un’ancora di salvezza per l’economia russa sempre più isolata. Dopo essere crollato fino al 40% a seguito dell’invasione dell’Ucraina, il rublo ha dunque recuperato gran parte del terreno perduto e ora è in calo solo del 25% circa rispetto al livello pre-invasione. Dopo l’annuncio di Putin, si è rafforzato raggiungendo per qualche ora il valore di 95 rubli per dollaro, prima di stabilizzarsi a 98.

Anche i prezzi del gas naturale in Europa sono aumentati, in alcuni casi con aumenti oltre il 30%, fino a oltre 132 euro per megawattora.

La richiesta di rubli di Putin potrebbe anche essere la prova degli sforzi della Russia per trovare soluzioni alternative alle sanzioni occidentali, riducendo al minimo il loro effetto sull’economia russa e forse reindirizzando alcune delle ricadute delle sanzioni sulle economie e sulle aziende occidentali.

Timothy Ash, emerging market sovereign strategist di BlueBay asset management, ha spiegato a Politico che Putin “vuole costringere l’Occidente a negoziare con le autorità russe, se intende continuare con le importazioni di energia”. Supponendo che la Russia riesca a forzare i pagamenti in rubli, gli importatori di gas stranieri dovrebbero acquistare valuta russa da qualche parte per comprare energia. Gli importatori potrebbero ottenere rubli dalla banca centrale di Mosca, da un’altra banca russa o dalla vendita di beni alla Russia, ma le sanzioni rendono queste transazioni difficili, se non impossibili.

La richiesta di pagamenti del gas in rubli non è l’unica mossa di Putin per costringere le compagnie straniere a fare i conti con le sanzioni occidentali. La scorsa settimana, la Russia ha effettuato un pagamento obbligazionario in dollari statunitensi nonostante le voci insistenti secondo cui potrebbe essere inadempiente o scegliere di pagare in rubli.

Martedì, la Russia si è offerta di risarcire i proprietari di jet stranieri sequestrati dal Paese, ma i noleggiatori hanno esitato a negoziare con Mosca, anche perché qualsiasi accordo finanziario potrebbe violare le sanzioni occidentali.

Ma non è chiaro quale sarà l’esito della decisione di Putin per quanto riguarda il gas. I governi europei sostengono che qualsiasi cambiamento nella valuta di pagamento sarebbe una violazione del contratto e gli analisti sono scettici sul fatto che lo stratagemma del rublo possa funzionare. “In uno scenario estremo, insistere sui pagamenti in rubli potrebbe dare agli acquirenti motivo di riaprire altri aspetti dei loro contratti, come la durata, e semplicemente accelerare del tutto la loro uscita dal gas russo”, afferma Romano.

L’articolo originale è su Fortune.com

 

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