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Gas in Italia, Gazprom taglia un terzo delle forniture

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Un terzo di gas in meno per l’Italia: Gazprom ha comunicato che per la giornata di oggi fornirà a Eni volumi di gas pari a circa 21 milioni di metri cubi/giorno, rispetto a una media degli ultimi giorni pari a circa 32 milioni di metri cubi/giorno.

A riferirlo è stata proprio Eni, nel giorno in cui prende il via la manutenzione del gasdotto Nord Stream 1. La conseguenza: uno stop per dieci giorni alle forniture di gas dalla Russia alla Germania. Le forniture dovrebbero essere ripristinate alle prime ore del 21 luglio dopo l’interruzione annunciata a partire dalle 6 di questa mattina, ma è chiaro come l’interruzione si vada perfettamente a incastrare in una situazione geopolitica ed energetica sempre più complicata.

Il timore è che le forniture possano non riprendere, mentre prosegue la guerra in Ucraina dopo l’invasione russa. In passato lavori simili a quelli annunciati hanno richiesto dai dieci ai 14 giorni e non sempre sono stati completati entro la scadenza prevista.

Gazprom, il colosso del gas russo, ha già ridotto in modo significativo il flusso attraverso il gasdotto di 1.200 chilometri, parlando di ritardi nei lavori di riparazione attribuiti da Mosca alle sanzioni occidentali contro la Russia. Una posizione contestata dal cancelliere tedesco, Olaf Scholz. Secondo l’Agenzia federale delle reti, il gasdotto veniva utilizzato solo per circa il 40% della capacità.

Le conseguenze sul mercato del gas

“La guerra della Russia in Ucraina sta sconvolgendo seriamente i mercati del gas che stavano già mostrando segni di irrigidimento”, ha affermato qualche giorno fa, Keisuke Sadamori, direttore dell’AIE per i mercati energetici e la sicurezza, in occasione della presentazione del nuovo Gas market report dell’Iea. “Ora stiamo assistendo a inevitabili picchi di prezzo mentre i paesi di tutto il mondo competono per le spedizioni di GNL, ma la risposta più sostenibile all’odierna crisi energetica globale sono gli sforzi e le politiche più forti per utilizzare l’energia in modo più efficiente e per accelerare le transizioni di energia pulita”.

Secondo il report Iea il consumo globale di gas naturale dovrebbe contrarsi leggermente nel 2022 e crescere più lentamente del previsto nei tre anni successivi. Il motivo? La guerra della Russia in Ucraina spinge al rialzo i prezzi e alimenta i timori di ulteriori interruzioni dell’approvvigionamento.

I prezzi record del gas di oggi stanno colpendo la domanda, e facendo sì che alcuni utenti passino al carbone e al petrolio al posto del gas (il piano di emergenza italiano prevederebbe proprio l’utilizzo di centrali a carbone), mentre i recenti bruschi tagli ai flussi di gas russi verso l’Europa stanno sollevando allarmi sulle forniture prima dell’inverno.

Le turbolenze stanno danneggiando la reputazione del gas naturale: non è più vista trasversalmente come una fonte di energia affidabile e conveniente, e ora ci sono dubbi sul ruolo che avrebbe dovuto svolgere nell’aiutare le economie in via di sviluppo a soddisfare la crescente domanda di energia e la transizione da combustibili a maggiore intensità di CO2.

Secondo il nuovo Gas Market Report, la domanda globale di gas aumenterà di un totale di 140 miliardi di metri cubi tra il 2021 e il 2025, meno della metà della quantità che si prevedeva in precedenza. Meno, persino, dell’aumento di 170 miliardi di metri cubi che si è visto nel solo 2021.

Stoccaggi, Venier (Snam): Siamo al 64% del nostro obiettivo

Non è un caso se tra le priorità ora ci sia quella di riempire le riserve di gas. “In questo momento c’è la necessità di emanciparsi dalla importazione russa che, come vediamo quotidianamente, è oggetto di incertezza”, ha detto Stefano Venier, amministratore delegato di Snam, in occasione della presentazione dei risultati di uno studio Enea.

Su questo fronte “oltre ad ottimizzando gli assi già disponibili, abbiamo comprato due navi”. Due rigassificatori galleggianti, la Golar Tundra e la Bw Singapore, che “contiamo di rendere operativi uno già l’anno prossimo e l’altro l’anno successivo proprio nei tempi più rapidi possibili perché il tempo è una risorsa che non dobbiamo sprecare”.

Venier dice che Snam sta “lavorando sugli stoccaggi. A ieri sera siamo arrivati a disporre di 6 miliardi e 100 milioni di metri cubi degli stoccaggi che corrispondono al 64% dell’obiettivo che ci siamo dati, ovvero 11 miliardi. Il nostro contribuito è stato di un miliardo e mezzo e contiamo di continuare a dare il nostro sostegno”.

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