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Criteri Esg, una svolta nel business aziendale non senza criticità

Questa settimana Fortune.com ha riunito i massimi dirigenti responsabili della governance ambientale, sociale e aziendale (criteri Esg) presso 20 delle più grandi società degli Stati Uniti, per discutere le opportunità e le sfide all’orizzonte. L’incontro era in via confidenziale, per incoraggiare un sincero scambio di opinioni. Ma è stata una ricca discussione dalla quale sono emersi alcuni preziosi suggerimenti sulla direzione verso cui sta andando il capitalismo.

Primo, e più importante – sottolinea il Ceo di Fortune Media Alan Murray nella sua analisi – nonostante i crescenti attacchi sia dalla sinistra – che vede l’Esg come una cortina fumogena per oscurare l’avidità aziendale e la corruzione – che dalla destra – che ha attaccato l’Esg come una mossa ‘perniciosa’ verso il capitalismo ‘woke’ (attento alle ingiustizie sociali) – le aziende non hanno mostrato segni di ritirata. Per loro, questa non è una campagna di marketing o una tattica politica: si tratta di un cambiamento fondamentale nella strategia aziendale. In un sondaggio prima del meeting, tre quarti degli intervistati hanno dichiarato che gli indicatori Esg sono già “parte integrante” della strategia della loro azienda, e anche gli altri hanno affermato che quegli indicatori sono un fattore di “crescente importanza”.

Tutte le aziende rappresentate nel corso del meeting – che comprendeva Walmart, Microsoft, Amazon, Coca-Cola, UPS, Home Depot, Bank of America, Bristol Myers Squibb, Cisco, Citi, Delta, Edward Jones, Elevance Health (ex Anthem), Pfizer, Bristol Myers Squibb, GM, GE, Intercontinental Exchange, Verizon, Paypal, Prudential, Target, Guardian Life e Home Depot – hanno preso impegni significativi da un punto di vista ambientale e sociale. E i dirigenti presenti al meeting sono stati incaricati di assicurarsi che tali impegni vengano pienamente inseriti nelle operazioni aziendali.

Eppure il gruppo affronta chiaramente alcune sfide. Tra queste ne sono emerse due in particolare:

  • Mentre la maggior parte supporta la regolamentazione per garantire condizioni di parità, i regolamenti effettivi proposti dalla Sec – in particolare sulla questione del clima – creano alcuni seri problemi. Primo fra tutti: affermando che le aziende devono soddisfare i requisiti di trasparenza se stabiliscono un obiettivo, la Sec sta creando un disincentivo per le stesse imprese a fissare obiettivi climatici.

 

  • L’acronimo Esg – coniato da un gruppo delle Nazioni Unite nel 2005 – è poco chiaro, impopolare e sempre più polarizzante. Inoltre è stato offuscato dal suo uso incoerente e talvolta fuorviante nella commercializzazione di fondi di investimento. C’è un ampio supporto pubblico per le aziende che fanno ciò che è giusto per dipendenti, i clienti, le comunità in cui vivono e il pianeta su cui abitano. Ma quel sostegno non è chiaramente indicato dal termine Esg. “Dobbiamo comunicarlo in un modo più semplice e sbarazzarci di tutti gli acronimi”, ha detto un partecipante.

 

La conversazione, scrive Alan Murray,  ha ricordato un discorso tenuto dal Ceo di Bank of America Brian Moynihan all’inizio di questa estate a Charlotte. Durante il discorso, Moynihan ha sostenuto che nella sua testimonianza davanti al Congresso, un membro del Partito Repubblicano ha chiesto se lui e gli altri sei amministratori delegati finanziari coinvolti fossero ‘capitalisti’.

“Certo, la risposta è stata sì. Non potevo credere che qualcuno potesse aspettarsi qualcosa di diverso da quella risposta… il capitalismo può fornire risposte ai clienti, agli azionisti, al nostro team e alla società. Questo è ciò che – alla Bank of America – definiamo tenere fede all’importanza della congiunzione. Profitti ‘e’ obiettivi. Azionista ‘e’ società. Questo è il capitalismo degli stakeholder, che ha guidato la prosperità e la crescita del mondo. Questo è ciò che è necessario in futuro. Si possono perseguire entrambe le cose: profitti e obiettivi. È una falsa scelta. Non si tratta di Esg o Capitalismo ‘woke’. È semplicemente il Capitalismo che segue alcune regole giuste”.

L’articolo originale è su Fortune.com 

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